Dopo un anno passato in preda ad un’inspiegabile insonnia l’operaio Trevor Reznik è ormai ridotto ad ombra di se stesso: scheletrico ed in completa disgregazione fisica e mentale. L’insonnia che lo sta lentamente erodendo lo porta a provocare un incidente nel quale rischia di perdere la vita un collega. Visto di pessimo occhio dai vertici aziendali ed evitato dai colleghi, causa l’incidente, Reznik comincia a sospettare di essere al centro di una perfida macchinazione. La domanda di inizio articolo ovviamente non trova una veloce risposta, la risposta però, almeno in termini di effetti, ce la offre uno scheletrico Christian Bale aggirandosi nelle lunghe ore notturne per la città: fra un caffè consumato al bar dell’aeroporto, per fare la conoscenza con una cameriera separata e con prole a carico, il controllo delle bollette da pagare ed un libro da leggere, durante giornate passate lavorando in officina, in mezzo a colleghi che lo evitano con disgusto e il ritrovamento di post–it, appiccicati sul frigo di casa e che denunciano l’entrata in scena di un nemico al momento da identificare; un nemico che si diverte a consumare le ultime forze di questo spettro di pochissimi chili che si trascina fra gli anfratti delle proprie paure. Brad Anderson impone a Bale di girare inizialmente la conclusione di questa pellicola assolutamente imperdibile per i fans degli horror a sfondo psicologico, poi gli domanda uno sforzo supremo: un dimagrimento, in appena dodici mesi, di ben trenta chili, dimagrimento che lo trasformerà da muscoloso protagonista di pellicole come American Psycho, di Mary Herron, a “ spaventapasseri “ pieno di mille psicosi. Molto più di un semplice thriller, altrettanto distaccato e distante da un semplice horror, non vi sono scene truculente ma bensì il semplice stridere di un violino e lo sbarrare degli occhi di Bale, qui in una forma fisica non certo apprezzabile ma sicuramente in una forma recitativa invidiabile, ci restituiscono quelle paure che solo grandi maestri del brivido possono averci regalato. Cronenberg e Hitchcock su tutti ma anche Kafka e le sue cupe atmosfere, sottolineate da poche note di colore sapientemente centellinate, che si stagliano nel grigiore quotidiano e notturno di un solitario Reznik, che trova fra le braccia di una prostituta dolce e comprensiva, interpretata da Jennifer Jason Leigh e di Marie, la cameriera dell’aeroporto, interpretata da Aitana Sánchez-Gijón, le uniche fonti di un conforto che ormai gli è negato causa un aspetto emaciato e una salute cagionevole, in un mescolarsi di sogno, ma è più corretto parlare di incubo, e realtà, domandandosi chi sia Ivan, l’operaio che misteriosamente lo segue ovunque. Tratto da un soggetto dell’allora studente Kosar, “The Machinist”, questo il titolo originale, conferma le prime positive impressioni che potevano essere scaturite dalla visione di Session 9, primo sforzo di Anderson, quale promettente regista capace di dosare le proprie conoscenze cinematografiche senza cadere nella spirale delle semplici citazioni. Una nota conclusiva quanto meno singolare, dopo pochi mesi dalla conclusione delle riprese, Bale doveva essere pronto per interpretare il ruolo di Batman nel nuovo film dedicato all’’uomo pipistrello’. Se in precedenza lo sforzo per lui era stato: liberarsi di trenta chili superflui, successivamente lo sforzo era recuperare trenta chili di muscoli in appena quattro mesi.
Trevor Reznik non riesce a dormire esattamente da un anno. La mancanza di riposo, apparentemente inspiegabile, lo sta deteriorando sia mentalmente che fisicamente ogni giorno di più. A causa di un incidente sul lavoro rischia di uccidere un collega e gli altri, turbati anche dal suo aspetto sempre più spettarle, inizino a fare di tutto perché lui se ne vada. Trevor si sente terribilmente in colpa e inizia a sviluppare un senso di paranoia sempre più acuta. Strani eventi gli impediscono di capire se si tratti di un complotto per farlo definitivamente uscire di senno oppure nella sua mente la realtà si confonda con la finzione. Arrivato ormai al limite, inizia a mettere insieme gli indizi che hanno trasformato la sua vita in un incubo ad occhi aperti, ma più si avvicina alla verità e più il quadro che ne esce risulta terrificante.
Venditore:
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Titolo originale:El Maquinista
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Regia:
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Interpreti:
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Paese:Spagna
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Produzione:Warner Home Video, 2010
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Distribuzione:Warner Home Video
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Durata:90 min
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Lingua audio:Italiano (Dolby Digital 5.1);Inglese (Dolby Digital 2.0 - stereo)
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Lingua sottotitoli:Inglese; Italiano per non udenti
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Formato Schermo:Widescreen
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Contenuti:dietro le quinte (making of); scene inedite in lingua originale; trailers
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Ciro Andreotti 23 aprile 2014
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