Le Verità Sommerse

Vittoriana Abate per la prima volta raccoglie le confidenze del Capitano, lascia che finalmente possa lui stesso raccontare, e raccontarsi, in questo memoriale. Per spiegare non solo la vita passata, ma anche e soprattutto la sua verità, i suoi stati d’animo, quello che lo ha spinto ad agire in un modo che pare non avere assoluzioni, per spiegare quindi, un tempo che, seppur così breve, una manciata di secondi appena, è il suo calvario ormai da 3 anni e mezzo. La giornalista di Raiuno ha svolto un lavoro scrupoloso di attenta lettura degli atti processuali, cercando di riannodare le fila di questa tragica storia, attraverso le testimonianze. La Abate ha scandagliato secondo per secondo la scatola nera, le intercettazioni e le telefonate. Ha cercato documenti inediti, trascurati prima, dimenticati poi, nelle ricostruzioni giornalistiche e talvolta anche processuali. Un’inchiesta minuziosa e puntuale che ha portato alla luce aspetti della vicenda a molti sconosciuti.  Di là dalle indagini e dalle evidenze che il processo si è incaricato di dimostrare, il racconto di Francesco Schettino, ricco di ricordi e retroscena inediti, è il mezzo più utile e sensato per entrare nel cuore di una vicenda spesso malamente gestita e tristemente strumentalizzata. Non è un libro la sede idonea né per dare risposte né per formulare sentenze, di certo però dà la possibilità di cambiare punto di vista e osservare l’evento e l’uomo da un’altra prospettiva. A che scopo? Guardare un orizzonte pieno che, per quanto infinito, non esiste solo se lo sguardo è diretto, ma anche se osservato con la coda dell’occhio. E l’orizzonte si fa ancora più nitido grazie a testimonianze a lungo taciute, lettere che Schettino ha scritto ai familiari delle vittime, incontri avuti con loro e che sono rimasti finora segreti e foto inedite a corredare la narrazione. Si occuperanno i legali – me e il validissimo collega Davide Perrotta per quel che riguarda la tutela di Francesco Schettino da fantasiose ricostruzioni mediatiche – di ricomporre il quadro degli eventi, e non è mia intenzione entrare nel merito giuridico della vicenda, ma devo molto, come uomo e avvocato, a questo libro e alla finalità cui risponde: narrare finalmente una notte nerissima che potrebbe, man mano, farsi più chiara.