La via dei re. Le cronache della Folgoluce. Vol. 1

Come far trasparire l'intensità con cui mi ha travolto la lettura de "La Via dei Re", il tenore e la solennità che permeano tutta la narrazione? Forse dovrei partire da Kaladin, lanciere decaduto a schiavo marchiato e pontiere, e parlare del percorso difficilissimo e doloroso che affronta per rivalersi come uomo, chirurgo, guerriero e leader, simbolo di speranza per uomini che si trascinano per inerzia, un giorno dopo l'altro, in attesa soltanto della morte annunciata da una freccia Parshendi; o magari dovrei iniziare dall'altoprincipe Dalinar (nonchè mio personaggio preferito della storia), famoso ex-soldato noto a molti come lo Spinanera, emblema del vir invictus, uomo imbattuto, ma ormai stanco e sfinito da una guerra di cui non vede più il senso e dalle atrocità che trascina inevitabilmente con sé, provato da una vita di cui gli rimangono solo briciole e frammenti sfumati, memorie apparentemente svanite. Anche Shallan è una protagonista indimenticabile di questa storia, studiosa vivace e artistica, dalla lingua tagliente con la battuta sempre pronta, anche se il suo temperamento viene disciplinato dalla naturale e regale autorevolezza della principessa Jasnah, altro personaggio monumentale della saga. E tra battaglie campali presso le Pianure Infrante, inaridite da un sole impietoso, altempeste devastanti e spaventosamente maestose che scandiscono la meteorologia nell'universo di Roshar, per non parlare della fauna e della flora che costituiscono un ecosistema unico nel suo genere, non si può fare a meno di essere travolti e inghiottiti nell'epic-fantasy più bello degli ultimi vent'anni (almeno). Forse troppo bello e mozzafiato per essere stato scritto da una penna così agile e giovane (Sanderson scrisse questo romanzo ormai più di quindici anni fa). Per tutte le tempeste, non so più cosa dire se non: leggetelo, è un imperativo categorico. Ci vediamo al Ponte Quattro!

Non saprei neanche da dove partire per trasmettere l'intensità con cui mi ha travolto la lettura de "La Via dei Re", il tenore e la solennità che permeano tutta la narrazione. Forse dovrei partire parlando di Kaladin e del percorso difficilissimo e doloroso che deve affrontare per rivalersi come uomo, chirurgo, guerriero e leader; o magari dovrei partire dall'altoprincipe Dalinar, famoso ex-soldato ormai stanco e sfinito dalla guerra, provato da una vita di cui gli rimangono solo briciole e frammenti; anche Shallan è una protagonista indimenticabile di questa storia, vivace e artistica, dalla lingua tagliente per le sue battute irriverenti e un po' insolenti, anche se il suo temperamento viene disciplinato in modo naturale da Jasnah, altro personaggio granitico della saga. E tra battaglie campali presso pianure infrante e inaridite da un sole impietoso, tempeste distruttici che scandiscono la meteorologia nella curiosa troposfera di Roshar e una fauna e una flora che costituiscono un ecosistema unico nel suo genere, non si può fare a meno di essere travolti e inghiottiti dentro un epic-fantasy troppo bello per essere stato scritto da una penna così agile e giovane (Sanderson scrisse questo romanzo ormai più di quindici anni fa). Insomma, leggetelo tutti! Ci vediamo al Ponte Quattro!

Il libro è davvero bellissimo e interessante, Ottimo inizio, mi è piaciuto molto. Lo consiglio!!