Il viaggio della strega bambina

L'espediente narrativo dell'autrice è quello di un diario ritrovato all'interno di una trapunta. La lettura scorre veloce sotto forma di cronaca e non risulta mai noiosa, anzi per me è stato uno di quei libri che ti prendono dall'inizio e che abbandoni mal volentieri fino a che non arrivi alla fine. Nonostante la sua capacità di intrattenere, il libro non tratta temi banali. Accanto agli elementi paranormali, lievemente accennati, il romanzo è un vivido ritratto storico sui primi migranti dell'America del Nord, uno spaccato sulla loro ipotetica vita quotidiana e soprattutto una riflessione sulla libertà in generale e sulla condizione degli uomini e più in particolare della donna a quell'epoca. Non mancano riflessioni sulla crudeltà umana, sull'ottusità e sul potere. La stregoneria viene raccontata in maniera plausibile e credibile. Si respira la paura di dire o fare la cosa sbagliata e le limitazioni che questo poteva avere sulla vita di alcune donne. Quella raccontata da Mary potrebbe essere benissimo una delle tante storie avvenute nel seicento e settecento. In tutto il libro è mantenuto un tono lieve e bellissime sono le descrizioni della natura. Mi è piaciuto anche il finale e credo che andrò a recuperare altri libri dell'autrice. Insomma consigliato

Dalle pagine del diario di Mary, ritrovato in una vecchia trapunta, il lettore entra nel casto mondo puritano del 1660, in fuga da una Inghilterra deludente e priva di "fede". Mary è una giovane ragazza, troppo velocemente cresciuta vedendo morire la sua "Nonna", una donna accusata di stregoneria, perchè guaritrice, perchè si "trasformava" in una lepre, perchè l'ignoranza umana non ha limite... Il fetido viaggio verso il Nuovo Mondo cambierà la protagonista, facendole scopire doti e permettendole di stringere dei rapporti con gli sconosciuti che viaggiano sino all'arrivo a Salem... Non mi inoltro nella trama perchè è breve e fin troppo bella per svelarne quelle piccole chicche che coccolano il lettore sino a lasciarlo senza fiato nell'affrettato finale. La stesura è semplice, lineare, fresca e senza ninnoli barocchi! Un libro che scrive delle streghe come realmente dovevano essere viste dai loro contemporanei: semplici donne con la cultura per comprendere la differenza tra magia e mera superstizione.