Nel ricordare Massimo Troisi, Dario Fo sottolinea quanta somiglianza ci sia tra il proprio teatro e quello della Smorfia, fino a individuare in Natività una sorta di Mistero buffo troisiano. È una testimonianza importante che si affianca alle riflessioni di Raffaele La Capria, per il quale l'insicurezza esistenziale tipica dei napoletani si trasforma in Troisi quasi in afasia, e di Erri De Luca, per il quale la voce dell'attore fa da contrappasso alla voce prepotente e guappesca di molti dei suoi conterranei. In ambito cinematografico, inoltre, l'esordio di Troisi con Ricomincio da tre (1981) porta con sé il germe di una rivoluzione copernicana: l'approdo al cinema non come sfruttamento accessorio, bensì come prolungamento di un'azione espressiva e narrativa temeraria. E non è un caso che Mario Martone indichi proprio Troisi come il capofila del nuovo cinema napoletano: è un percorso lungo che dai palcoscenici sangiorgesi porta alle ribalte hollywoodiane. D'altronde su Il Postino (1994), che ha sancito il suo successo universale, hanno puntato la propria attenzione il "The New York Times", la "Libération" e il "Der Spiegel".
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Anno edizione:2012
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