Selma Lagerlof non smentisce anche in questo racconto fiabesco le sue grandi doti di narratrice, e non meno di pittrice di atmosfere indimenticabili. Un maniero, il giovane Gunnar, il suo inseparabile violino. Questi i tre elementi cardine della storia, le chiavi di volta di questo Bildungsroman: un romanzo di formazione, cioè, dove il protagonista cresce e matura psicologicamente attraverso le esperienze e le molte prove, anche difficili, da superare. Il tutto è illuminato da una grande, splendida fantasia che scintilla in ogni pagina e che contraddistingue come sempre le opere narrative della celebre scrittrice svedese.
Il violino del pazzo
Dalla penna di Selma Lagerlöf, la prima donna ad aver vinto il Premio Nobel nel 1909, un romanzo raffinato e toccante finora inedito in Italia.
Bello e talentuoso, Gunnar, studente a Uppsala, più di tutto ama la musica. Solo quando suona il suo violino gli pare che la vita abbia senso: gli basta sfiorare le corde con l’archetto perché il tempo si fermi e la musica sgorghi da sola, mentre nella sua estasi trascina con sé chi lo ascolta. È un dono che ha ereditato dal nonno, come l’amato maniero in cui è cresciuto, che lo distoglie dai suoi doveri di studente. Un pomeriggio tra il suo pubblico c’è Ingrid: lei gira con un gruppo di saltimbanchi con il nonno cieco, anche lui violinista. Ingrid suona la chitarra e sa cantare, ma non ama mostrarsi, anche se i suoi sorrisi illuminano chi la guarda. Rimane folgorata da Gunnar, che con sensibilità ha subito colto l’essenza della sua natura, ma non sa che lui, quel giorno, ha sciolto nella sua travolgente esecuzione il dolore di un annuncio: la famiglia è in rovina, solo i suoi guadagni potrebbero risollevarne le sorti. E l’amico che gliel’ha rivelato gli ha sequestrato il violino perché non si distragga. Ma può un artista vivere privato della sua arte? Può cedere la sua anima in cambio di un maniero? Gunnar, così, si perde nella follia. Le vie della musica, però, come quelle dell’amore, sono imperscrutabili, e c’è chi arriva a riconoscere in suoni sconnessi una melodia e in tratti alterati un volto amato, rimasto impresso un lontano pomeriggio nei sogni e nel cuore. Tra saltimbanchi, musiche indiavolate, una sepolta viva e misteriose apparizioni, Selma Lagerlöf intreccia con il suo stile inconfondibile i toni della fiaba alle peripezie del romanzo d’avventura, per parlare di arte e società, di pazzia e normalità, di speranza e disperazione, di amore e di cura.
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Marina Caracciolo 30 dicembre 2024
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Luca Cuomo 19 dicembre 2024una piccola favola
Ammetto che nelle prime pagine mi sembrava un libro senza molto senso, non riusciva a coinvolgermi, mi distraeva e disturbava. Poi mi sono imposto di continuare la lettura e man mano che i capitoli avanzavano, la mia opinione è cambiata. Un piccola favola che mostra come anche quando si è avvolti dalle tenebre, può capitare qualcosa di bello, si fatica a vedere ma accade davvero.
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tinellissima 23 novembre 2023come nelle favole
In questa storia dall'ambientazione suggestiva ci sono l'attesa, l'amore, la crescita, la natura nei suoi cicli e nella sua forza. L'ho trovata molto poetica.
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