La vita perfetta di William Sidis

Un romanzo affascinante che illumina la vita di un genio dimenticato, intrappolato tra l’ingombrante peso del suo talento e il desiderio di semplicità. Morten Brask dipinge con sensibilità la figura di William Sidis, un uomo che sfugge al mito del successo per inseguire una pace interiore spesso irraggiungibile. La narrazione scorre con eleganza, intrecciando malinconia e ammirazione, mentre ci interroga sul significato di "una vita perfetta". Un libro potente, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano.

Scrittura noiosa e banale. La suddivisione in tre linee temporali, inoltre, rende la narrazione troppo spezzettata.

La vita straziante di un genio, in un libro vivo nel contrasto fra la scrittura distaccata e il racconto di vicende disperate, delle storie di persone straordinariamente intelligenti e assolutamente stupide e ottuse ai bisogni e ai sentimenti, propri e altrui. Una storia di tragica incapacità a comunicare, da parte di William e da parte dei suoi genitori, dei suoi amici, dei professori e di quasi tutti quelli che ha incontrato. Una vicenda in cui la difficoltà ad adattarsi ai contesti assume un valore esagerato e porta a sacrificare il rispetto per le persone più vicine e amate: nella famiglia di William sono tutti intelligentissimi e forti, ma nessuno ascolta nessuno, tranne se stesso o se stessa. La madre è insopportabile, ipercritica in modo quasi caricaturale e negativa nonostante le sue grandi capacità. Il padre è così convinto di avere sempre ragione da non ascoltare mai veramente né la moglie né William, che comunica veramente forse solo con se stesso.