Penso che Fausta Garavini si sia appassionata alle visioni catastrofiche della pittura di François de Nomé, della cui vita poco si conosce, e abbia voluto scrivere un romanzo che affronti gli elementi che potrebbero aver stimolato il pittore, portandolo a dipingere quelle vedute. Possiamo seguirne l’apprendistato presso botteghe affermate, dei cui maestri ci sono descritte le caratteristiche tramite l’analisi di varie loro pitture. Sempre tramite l’esame di numerosi quadri seguiamo l’evolversi e la maturazione dello stile de “il francesino”. Allo stesso tempo percorriamo la crescita intellettuale dell’artista che avviene grazie al contatto diretto o indiretto con uomini di cultura dell’epoca. Il tutto immerso nello scorrere degli avvenimenti storici che, però, io trovo citati più che narrati. Senz’altro la gestazione di questo volume, dalle cui righe scorgo molto impegno e passione, ha richiesto molto lavoro. Peccato che io sia riuscito a provare solo una parte del piacere che senz’altro ha accompagnato la scrittura di queste pagine. Io trovo lentezza nella narrazione causata anche dalle numerose ripetizioni.
Le vite di Monsù Desiderio. Ediz. illustrata
Il mistero circonda François de Nomé, detto Monsù Desiderio, uno straordinario pittore del Seicento. Ben poco si sa di lui: nato a Metz, in Lorena, visse in Italia, tra Roma e Napoli. Dipinse architetture fantastiche squassate da silenziosi cataclismi, abitate da statue spettrali che sembrano muoversi come figure viventi. Scenari da incubo, sogni pietrificati, il gran teatro della morte e della notte. Su questi quadri densi di ambigue valenze Fausta Garavini costruisce il romanzo di Monsù Desiderio, disegnandone una possibile biografia. La difficile infanzia lorenese, poi l'adolescenza a Roma, dove impara la pittura, incrocia gli artisti del momento e partecipa alla variopinta e tumultuosa vita della città: conosce la corruzione della corte papale, il sesso, i bassifondi, le feste, i soprusi contro gli ebrei, le prediche infuocate dei frati contro le forze demoniache, ma orecchia anche i segreti che filtrano dai circoli ermetici in cui si riuniscono i seguaci di Bruno e Campanella. In questo clima eterogeneo e straniante s'insinua in lui la fascinazione per le antiche rovine, simbolo di una sofferta inclinazione a registrare i crolli interiori, il senso della vanità del tutto. Ventenne, si sposta a Napoli e altre esperienze lo segnano: l'amore per Isabella, l'incontro con lo scienziato, astrologo e "mago" Giambattista Della Porta, la miseria del popolo, le crudeltà del governo spagnolo.
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Anno edizione:2014
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