Nadia Fusini è una delle traduttrici da me favorite e gli autori che cura sono alcuni dei miei preferiti (Woolf, Keats, Mansfield). In questo saggio di critica letteraria, la scrittrice tratta de "La Tempesta" di William Shakespeare e anche coloro i quali non hanno mai letto il dramma impareranno ad amarlo. Con una prosa poetica e intrecciata a temi filosofici e quasi teologici, è divenuto uno degli scritti da me maggiormente prediletti. Da rileggere!
Vivere nella tempesta
Un libro può essere come una conchiglia che accosti all'orecchio e vi senti riecheggiare pensieri ed emozioni. Può essere un amico del cuore che ti accompagna e sostiene nell'atto quotidiano del vivere. La Tempesta di Shakespeare, con i suoi racconti di isole, mari e naufragi, con Caliban la bestia che spaventa e Miranda la fanciulla bella e innocente, è per Nadia Fusini una conchiglia piena di voci e suoni, un testo parlante che può aiutare chi lo sappia ascoltare a prendere coscienza delle grandi e piccole tempeste della vita quotidiana e a riconoscere, della vita, il dono e la meraviglia. Quando prendi una conchiglia, una di quelle grandi, arcaiche, fatte a spirale, e l'accosti all'orecchio, sai che puoi udire un fruscío, un rumore. Sai che puoi sentire il vento e il suono della vita. Come fosse una conchiglia, dopo averlo assaporato con gli occhi, puoi accostare all'orecchio anche un libro e sentirvi riecheggiare i suoni, i pensieri, le emozioni, la voce dei sentimenti. Con gli occhi leggi, con le orecchie ascolti e ti ritrovi in un mondo di visioni interiori. Con gli occhi leggi e con le orecchie cogli le inaudite corrispondenze fra te e il testo, fra il testo e la vita e capisci che c'è sempre dell'altro da vedere e udire. C'è qualcosa di misterioso, affascinante, spirituale, che va oltre la pagina. Questo accade al lettore che legge non solo per distrarsi, ma anche, e soprattutto, per «centrarsi». Questo accade agli autori che leggono per, a loro volta, creare. La Tempesta di Shakespeare è la conchiglia di questo libro di tempeste, in cui si narra di navi, isole, viaggi e naufragi, e mari e oceani, dell'incontro con lo sconosciuto, il selvaggio, il diverso. Nella Tempesta di Shakespeare c'è la Mirabilis Miranda, la Bella che ci attrae; e c'è la Bestia Caliban che ci fa paura. Assistendo alla commedia, o leggendola e rileggendola, viviamo il rischio del naufragio e siamo premiati col dono della salvezza, patiamo la colpa e riconosciamo il debito, e con esso la logica della punizione e la gratuità del perdono. L'isola è infatti il luogo del salvataggio ma è anche il luogo dove si rimette in scena il delirio del potere, dove vivere si presenta insieme come una rinascita - e una ripetizione - e dove tutto volge verso la commedia. La commedia della vita umana. E se in questo suo ultimo dramma Shakespeare sceglie di volgere la trama verso uno scioglimento comico è appunto perché sceglie la vita e con essa non tanto il terrore, ma la pietà, la meraviglia della pietà. Questo nuovo libro di Nadia Fusini è una lettura emozionante e una libera riscrittura della Tempesta e insieme un invito a riflettere su quel che significa l'atto di vivere; e cioè, essere coscienti e vigili di fronte alle piccole e grandi tempeste della vita quotidiana. Per poi della vita riconoscere il dono, la meraviglia.
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Autore:
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Lingua:Italiano
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Vanessa 27 dicembre 2024Etereo
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utente_2306 25 febbraio 2023lA TEMPESTA
Nadia Fusini, con delicatezza e gradualità, ci conduce nel dramma shakespeariano della tempesta dando la possibilità al lettore di definire il contesto in cui è nato il dramma e spigando chi è Prospero, il protagonista del dramma. La tempesta non è solo quella reale ma anche il caos che può determinare la trasformazione di un uomo e la sua crescita morale.
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"Vivere nella Tempesta" è un saggio su "La Tempesta" di Shakespeare, sulla natura dell'uomo, sulla vita, l'universo e tutto quanto. Io adoro Nadia Fusini, mi aveva conquistata durante la lettura di "Di vita si muore" (altro saggio su Shakespeare), e le sue introduzioni ai grandi classici sono le uniche che leggo sempre. La Fusini ama ciò di cui scrive, e trasmette questo amore. Nella Tempesta ha visto una metafora della vita, della natura dell'uomo, e condivide con noi queste riflessioni, facendoci "sprofondare" nel testo, illuminandolo con contesto storico, aneddoti e parallelismi con opere del passato. E tutto questo non ha la forma dello spiegone, è a volte una conversazione con noi, altre volte un flusso di coscienza. Ed è intriso di amore e passione. Una persona che trasmette passione riuscirebbe a incantarmi parlando di qualsiasi cosa. Ma qua si parla di Shakespeare, si parla della Tempesta, e la si coniuga alla più generale tempesta della vita... l'incanto e l'entusiasmo si mescolano e creano la magia. Prospero si serviva di una bacchetta, la Fusini di una penna.
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