Mathilde adolescente depressa senza un apparente motivo;ed è proprio questa l'essenza della depressione, il male oscuro, che non puo' essere gestito dalla propria volonta'. L'assenza di obiettivi in una vita apparentemente inutile; obiettivo che invece nascera' nella protagonista una volta entrata in ospedale, l'obiettivo di stare meglio per poter alquanto prima uscire da quel luogo infernale.Ed è grazie ad una terapia farmacologica e al supporto di ragazzi, che malati come lei, non la fanno sentire diversa che Mathilde trovera' la forza di vivere... infatti lei non si sarebbe mai uccisa ma si sarebbe lasciata evaporare; il pretendere di voler esistere per qualcuno e di non essere un peso per i propri genitori la faranno uscire da questo stato patologico sfociato in anoressia, anche se per sempre rimarra' il solco provocato dalla malattia stessa perche'in fondo le sofferenze ed i peccati segnano di piu' dei momenti di gioia.
Vivere non serve morire nemmeno. La depressione a 14 anni: diario di una guarigione
Mathilde ha quattordici anni, dei genitori normali, tre sorelle, due fratelli. Bravissima a scuola, un po' più sensibile e più acuta della media dei suoi coetanei. Un giorno si ammala di mononucleosi e di colpo le crolla il mondo addosso: smette di mangiare, dentro sente un grande vuoto, indifferenza verso tutto e tutti. Quando arriva a 38 chili, i genitori la ricoverano. In ospedale, Mathilde vuole solo dormire. "Vivere non serve a niente, ma nemmeno morire, per questo non mi sono suicidata", dice. Ma il suo nome significa "felice di combattere", è lei stessa a dirlo quasi inconsapevolmente alla psicologa. Così comincia a chiedersi cosa sia successo in quella sua testa così confusa. L'ansia di perfezione per far contenti gli altri? Il desiderio di sentirsi amata per come è davvero? Un'idea sbagliata della purezza? Tante le domande, poche le risposte. Con l'aiuto degli specialisti dell'ospedale, però, piano piano Mathilde riprende una sorta di quotidianità, si interessa di nuovo del mondo esterno. Che in fondo è sempre quello di prima, è lei che lo guarda con occhi diversi. Dopo un anno, Mathilde torna a casa, guarita, e decide di raccontare la propria esperienza per aiutare i tanti ragazzi che fanno fatica a vivere.
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Anno edizione:2007
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