Yoga. La composizione delle tecniche come strumento per ritrovare una pratica viva - Francesca Proia - copertina
Yoga. La composizione delle tecniche come strumento per ritrovare una pratica viva - Francesca Proia - copertina
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Letteratura: Francia
Yoga. La composizione delle tecniche come strumento per ritrovare una pratica viva
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Descrizione


Una storia documentata dello yoga, dagli albori a oggi. Il percorso si snoda attraverso una serie di testi fondanti, che diventano lo sfondo ideale per affrontare questioni quasi percettive, per definire la natura unica di una disciplina che è una filosofia che si lascia creare dal corpo. La seconda parte del testo affronta la questione della composizione delle tecniche come strumento per ritrovare una filologia della pratica che sia viva: d'altra parte, esercitarsi a comporre le tecniche "come se fossero lettere dell'alfabeto" era la raccomandazione dei maestri tantrici ai loro allievi. Vengono riportati tre esempi di poetica compositiva di maestre di yoga del Novecento nella cui pratica il tema della composizione è evidente per motivi differenti, e in cui è chiaro il rapporto tra composizione ed efficacia della disciplina: Genevieve Stebbins (1857-1934), assistente di François Delsarte, che ha dato vita a un sistema di ginnastica in cui le tecniche del corpo e del soffio si intrecciano attraverso connessioni concettuali; Cajzoran Ali (1903-?) rimasta quasi sconosciuta, che ha ideato una sequenza trasformativa di quarantotto posture utilizzando come guida le reazioni del suo corpo malato fin dalla nascita, e infine Noëlle Perez Christiaens (1925-2019), allieva di Iyengar, che ha riorientato le tecniche in base al concetto antropologico di aplomb come risorsa terapeutica naturale, da riscoprire e riportare nel proprio corpo attraverso il contatto con le culture tradizionali e arcaiche. La terza parte del testo, infine, pone alcuni spunti concreti per iniziare a comprendere e mettere in pratica una prassi di composizione delle tecniche yogiche coerente con l'efficacia peculiare dello yoga, che vive della possibilità di sentire in sé, ogni volta, il vuoto che precede e segue ogni forma di creazione. Vengono qui, infine, portate al lettore le peculiari esperienze yogiche, preziosissime, di due compositori: Giacinto Scelsi e Edward Salim Micheal.

Dettagli

8 luglio 2022
200 p., Brossura
9788834018552

Conosci l'autore

Foto di Francesca Proia

Francesca Proia

FRANCESCA PROIA (1975), laureata in Conservazione dei Beni Musicali all’Università di Bologna, è coreografa, danzatrice e autrice. Ha lavorato come danzatrice per le compagnie Monica Francia, Habillé d’eau, Masaki Iwana; ha collaborato a lungo ed è stata assistente coreografa per il regista Romeo Castellucci. Tutto il suo lavoro è attraversato da un percorso di studio dello yoga che diviene una forma di ricerca poetica appoggiata sulle tecniche sottili. Nel 2016 debutta online il suo progetto “Mìnera, scuola di yoga in absentia”, dove i passi verso la comprensione dello yoga sono immaginati come minerali disseminati lungo il percorso dell’apprendimento dello scolaro. È docente presso Malagola, scuola di vocalità...

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