Come La famiglia Karnowski, questo libro è una vera scoperta. Il rabbino, Yoshe e tutti i personaggi rimangono ben impressi.
Yoshe Kalb
Chi è l'uomo, assente e impenetrabile, che alla domanda "Chi sei?" dei settanta rabbini appositamente convenuti a Nyesheve dalle grandi città della Polonia russa e della Galizia risponde solo, con voce remota: "Non lo so"? Il sensibile, delicato Nahum, genero dell'onnipotente Rabbi Melech ed esperto di Qabbalah, tornato pressoché irriconoscibile a Nyesheve dopo quindici anni di un misterioso errare? O, come invece sostengono i nemici di Rabbi Melech, il più miserabile e deriso dei mendicanti di Bialogura, Yoshe il tonto, che per placare una spaventosa epidemia è stato unito in matrimonio a Zivyah, la figlia idiota dello scaccino? È un asceta, un santo, degno di succedere all'ormai anziano rabbino di Nyesheve e di guidare i hassidim, o un peccatore, uno spergiuro? Mai la comunità ebraica è stata tanto lacerata e divisa - al punto da istituire un tribunale che risolva il caso -, mai ha conosciuto una così sanguinosa faida, quasi che le sue sorti fossero appese all'esile filo di una vacillante identità e di un incomprensibile vagabondare. E mai come in quest'uomo l'impossibilità di decidere del proprio destino, l'esilio - da se stessi, anzitutto -, l'angosciosa ricerca di una patria inesistente hanno trovato una più arcana, struggente, memorabile incarnazione.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Caterina 10 gennaio 2025Da leggere
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LakesMeadow 16 marzo 2022
Una storia tragica. Un mondo particolare descritto molto bene. Un'ironia sotterranea che pervade tutto il libro.
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GIULIANO ORTOLANI 12 maggio 2019
Quando lo finisci di leggere provi dolore... perchè è finito, perchè non ci sono altre pagine da leggere. Un racconto dove il paesaggio i personaggi le situazioni non sono solo raccontate ma sono dipinte: lpuoi seguire le pulsioni, i tentennamenti, i disagi le sofferenze e le gioie di ciscuno degli attori della tragedia. Un racconto a colori. La lingua yiddish deve essere una lingua ricca di sfumature, bravissimo l'A. ma bravissimi anchei traduttori che le hanno reso merito. In inglese il titolo venne portato a "Il peccatore", in effetti il senso della condanna e il peso del peccato lo si sente in ogni pagina, un disagio che crea una tensione narrativa continua, che si apre a sprazzi di pace e serenità per poi riportarti nel mondo cupo e rigoroso della Legge che stigmatizza il Peccatore e che incanta il lettore. Un capolavoro!
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