Zebio Còtal - Guido Cavani - copertina
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Letteratura: Italia
Zebio Còtal
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Descrizione


Zebio Còtal, rabbioso contadino del modenese, ha cinque figli, poca voglia di lavorare, e un piccolo campo che, coltivato a grano, rende soprattutto gramigna. Zuello, il figlio grande, lo ha mandato a lavorare e vivere dal fratello ricco: una bocca in meno da sfamare, un poco di denaro per ripianare i debiti e comprarsi il vino. Placida, la moglie, bersaglio prediletto della sua ira, lo sopporta in silenzio, mentre la figlia Glizia è l’unica che gli si oppone con fermezza, e insieme cercano di creare un minimo di calore familiare per sopravvivere alla povertà e alla disperazione. Poi Zuello viene cacciato dallo zio perché, ragazzone da fatica, ha sottratto poche lire per sfamarsi. Ma a casa, dove lo aspettano le “cinturate” del padre, che intanto si dà da fare sul fratellino, non può tornare. E così inizia a vagare, il primo della diaspora familiare a cui fa da sfondo una natura crudele e bellissima. Piano piano se ne andranno tutti da Pazzano, chi al Creatore, chi per cercare una sorte migliore, chi svanirà nel nulla. Anche Zebio, incespicando in mille scelte sbagliate, si allontana da casa, prima finisce in prigione, poi è disperso sull’Appennino. E con la famiglia si dissolve anche la speranza in questo romanzo dalla trama scarna e dolente, che però ha in sé oltre alla brutalità della miseria, il pathos della tragedia classica e una lingua rapida, palpitante, che resiste al tempo. Prefazione di Omar Di Monopoli.

Dettagli

23 aprile 2021
300 p., Brossura
9788894599817

Conosci l'autore

Foto di Guido Cavani

Guido Cavani

1897, Modena

Poeta e narratore modenese. Autodidatta, fece svariati mestieri vista la difficile situazione economica della sua famiglia. Dopo la Prima guerra mondiale, vienne assunto dal Comune di Modena dove lavora fino alla pensione. Nel 1958 pubblicò a sue spese, in soli 200 esemplari, Zebio Còtal, unanimamente ritenuto il suo capolavoro. Nel 1961 il romanzo fu ripubblicato da Giorgio Bassani nella "Biblioteca di letteratura" di Feltrinelli, grazie alla riscoperta e con un'appassionata prefazione di Pier Paolo Pasolini. Scrive nella prefazione: ... sono pronto a scommettere che figure come quella di Zebio, della vecchia moglie, della figlia, del bambino che muore e certe primavere, certe nevicate dell'Appennino, sono tra le cose più solide e durature della narrativa contemporanea.

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