Scritta con un ritmo da galop, Zia Antonia sapeva di menta è una commedia degli equivoci che si legge in un amen. La vicenda ha inizio con l’affezionato nipote Ernesto che si reca in visita alla zia Antonia, ricoverata all’ospizio di Bellano gestito dalle suore. Entrato della stanza della congiunta, anziché notare il profumo di mentine di cui la donna fa largo uso avverte un’intensa puzza d’aglio, una stranezza, come lui giustamente considera, perché certe verdure non devono entrare a far parte della dieta dei vecchietti. Interessa così la superiora, che si prende a cuore la faccenda, tanto più che zia Antonia si rifiuta ostinatamente di mangiare fino a quando non salta fuori l’estratto del suo conto corrente bancario. Ed è il denaro, direttamente o indirettamente, il piatto forte intorno al quale c’è chi gira in modo interessato e c’è chi invece se ne tiene, apparentemente, lontano. Fra due fratelli, che prima non si parlavano, ma che ora per esigenze contingenti si riavvicinano, con un medico condotto che scopre in sé una nascosta vocazione di investigatore, con un saldo di conto corrente che, benché apparentemente non movimentato, cambia d’importo, in una perfetta vicenda degli equivoci si snoda la storia, a un ritmo costantemente elevato, da galop, appunto, come il celebre ballo ottocentesco. Poi, all’epilogo, a vicenda apparentemente conclusa, le acque si calmano ed è allora che c’è la sorpresa, una vera e propria ciliegina su una torta indubbiamente ben confezionata, e per di più leggera, snella, con una costante punta di dolce che non stanca, insomma certamente il solito romanzo di Vitali, ma con qualche cosa di più, perché altrimenti non si spiegherebbe perché nei giorni successivi alla lettura ogni tanto torni in mente, lasciando una sensazione di gradevole freschezza.
"Aglio, cipolle, rape, ravanelli e porri sono verdure indigeste che non diamo mai agli ospiti della casa!" Suor Speranza ne è sicura: nel minestrone che ha distribuito ai pazienti della Casa di Riposo di Bellano l'aglio non l'ha fatto mettere di sicuro. Allora come mai Ernesto Cervicati, entrando nella stanza di zia Antonia, ha sentito quell'odore, invece dell'aroma inconfondibile e fresco della menta? Ernesto conosce bene il rassicurante profumo delle mentine di cui è golosa la sua anziana parente. Certo meglio di suo fratello Antonio, che della zia non ha mai voluto saperne: gli interessava molto di più Augusta Peretti, una trentacinquenne ossigenata e vogliosa, nonché figlia di salumiere. Ernesto invece aveva accolto zia Antonia in casa sua e l'aveva accudita per tre anni, finché lei, un po' per non gravare troppo sul nipote, un po' per pudore, aveva deciso di trasferirsi all'ospizio. Quel sorprendente odore d'aglio è un piccolo enigma. Forse è l'indizio di qualcosa di più grave. A indagare, oltre a Ernesto e all'energica suor Speranza, si ritrova anche il dottor Fastelli, medico dal carattere gioviale ma di grande sensibilità. Intorno a questo profumato mistero, Andrea Vitali costruisce un romanzo carico di tenerezza, una di quelle storie che, come zia Antonia, ti accarezzano in un fresco abbraccio. Per poi regalarti, alla fine, una sorpresa.
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Informazioni:
Romanzo. Con sovraccoperta originale. Con fascetta promozionale originale. 853 – Ba in ottavo In Ottavi (15-23cm ) Copertina Rigida 9788811687030 Perfetto (Mint) Eccellenti.
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Renzo Montagnoli 22 febbraio 2019
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Racconto innocente se vogliamo, un giallo diverso dal solito, casalingo e familiare, ma soprattutto ho trovato simpatica la storia, la scelta dei personaggi e delle situazioni. Struttura narrativa un po' troppo intrecciata, che non mi ha permesso di capire bene l'ordine cronologico degli eventi, ma è stato comunque piacevole e per niente pesante. Personaggi raccontati non esaustivamente ma comunque bene, dei quali, cioè, traspaiono nitidamente gli aspetti del loro carattere più funzionali alla storia.
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Poco più di 100 pagine lette in meno di un'ora, che, come sempre, strappano un sorriso, qualche riflessione, un po' di nostalgia e lasciano dentro il sapore di tempi passati. Zia Antonia mangia etti di mentine ogni giorno. Vive in un convento-ospizio e ha due nipoti:Ernesto e Antonio. A un certo punto avviene una cosa strana:se come abbiamo detto Zia Antonia sa di menta,perché nella sua camera c’è una tremenda puzza di aglio? Per svelare questo mistero i protagonisti si trasformeranno in perfetti Sherlock Holmes di paese. Curiosità,pettegolezzi,deduzioni sbagliate e una verità che ci verrà sapientemente svelata solo nelle ultime pagine. Vitali ci regala una deliziosa commedia degli equivoci a cui noi partecipiamo sorridenti. Carinissimo libro da leggere realmente in meno di due ore. La scrittura è fresca, veloce, leggera come una mentina! Vitali riesce sempre a lasciarmi un sorriso sulle labbra.
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