La prima raccolta di racconti pubblicata da Sciascia con l'aggiunta di "Antimonio". Già si percepisce quella vena di sferzante critica disillusa che contraddistinguerà tutta la produzione dell'autore. Interessanti i giochi di ombre che si possono proiettare tra il racconto "Quarantotto" e il capolavoro di Tommasi di Lampedusa "Il Gattopardo".
Gli zii di Sicilia
Pubblicato nel 1958 nei "Gettoni" di Vittorini, poi di nuovo nel 1960 con l'aggiunta di un importante racconto, L'antimonio, che è un po' un romanzo interrotto, "Gli zii di Sicilia" è la prima apparizione di Sciascia come narratore puro, fabulatore di storie che qui sono della Sicilia e della Spagna. Con voce sommessa e ferma, con una sorta di energia compressa, raccolta in sé, lo Sciascia narratore disegna il suo primo territorio. E subito si riconoscono certi suoi tratti essenziali: l'attenzione alle cose e al dettaglio, il confronto perenne fra la Sicilia e il mondo (il libro si avvia con quell'evento subito favoleggiato che fu lo sbarco degli Alleati), la lucidità nel cogliere i paradossi, gli inganni e le beffe della Storia.
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Autore:
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
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Demetrio 25 dicembre 2021Da leggere più volte
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Gli zii di Sicilia è una raccolta di racconti di Leonardo Sciascia, i racconti sono quattro: "La zia d’America", "La morte di Stalin", "Il quarantotto" e "L'antimonio". Filo conduttore la Sicilia rurale degli anni '30- '40 ad eccezione del terzo racconto ambientato invece nel 1848. Nel libro si parla molto di guerra e Sciascia riesce a farlo con una semplicità sconvolgente. Riesce a farti vivere le emozioni della trincea, la paura delle bombe e le speranze della liberazione. Gli zii di Sicilia è un libro che merita assolutamente di essere letto, trasmette delle forti emozioni attraverso le descrizioni degli eventi e dei meravigliosi paesaggi.
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Quattro racconti che sono una sorta di genealogia di un popolo e di una regione. Il primo molto ironico e lieve,La zia d'America,comincia con lo sbarco degli americani in Sicilia e si chiude col protagonista cresciuto dopo la visita di questo ramo della sua famiglia nella terra natia. La morte di Stalin è forse il più divertente,si svolge tra la fine della guerra e gli anni del "disgelo" e mostra gli effetti della caduta "padre dei popoli" su chi lo ha venerato. Ne Il quarantotto si passa invece all'epoca borbonica fino a Garibaldi ed è un bel campionario di tutti i vizi delle classi dirigenti di ogni epoca in Italia (trasformismo,oscurantismo,e via discorrendo). L'ultimo racconto,L'antimonio, è ambientato durante la guerra civile spagnola a cui partecipa un povero cristo siciliano rimettendoci una mano ma guadagnando in consapevolezza.
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