L'opera di Orwell è certamente un caposaldo della letteratura distopica e, più in generale, dell'arte impegnata. Il mondo da lui descritto, se ad un primo sguardo può sembrare una semplice esagerazione della società dei suoi tempi, diviene in verità un'analisi profonda dei gravi rischi a cui la situazione geopolitica di fine seconda guerra mondiale andava incontro. Osservando il mondo attuale, è impossibile non notare gli innumerevoli parallelismi con quest'opera, che di certo non vanno cercati soltanto nelle dittature più evidenti. Dopo l'introduzione al mondo distopico, la trama parte da un pretesto assai semplice, ma che, nel suo contesto, non risulta affatto banale. Se non si sa nulla della trama, consiglio di leggerlo senza informarsi, come feci anche io. Consiglio soprattutto di non fare come altri hanno fatto, cioè di abbandonarlo a poco dalla fine se risulta deludente: lo sforzo di terminarlo, a mio parere, sarà ben ricompensato, dal momento che l'ultima parte, seppur breve, è pregna di riflessioni filosofiche di una tale intensità da regalare una nuova prospettiva sul mondo contemporaneo.
1984
È il 1984 e a Londra, “vasta e rovinosa, una città di un milione di pattumiere”, l’ordine è mantenuto da una psicopolizia che interviene alla minima situazione di dissenso e le case sono provviste per legge di televisori-telecamere. Sono strumenti per controllare le vite dei cittadini, e di essi si serve il Partito, sistema di governo al cui vertice si trova Big Brother, misteriosa figura che nessuno ha mai visto di persona, sebbene le sue immagini campeggino su ogni muro per ricordare agli abitanti che sono osservati. In questo scenario si muove Winston Smith, oscuro funzionario di basso livello del Partito, impiegato al Ministero della Verità con il compito di riscrivere la storia per allinearla all’attuale pensiero politico. Ma la sua propensione per una condotta morale e un certo interesse per la verità lo porteranno su una strada che, se scoperta, verrebbe considerata “ribelle”. Sono questi gli ingredienti di un capolavoro in cui Orwell mette in guardia il lettore dalle derive e dalle assurdità dei totalitarismi – con il loro disprezzo per la vita umana, l’uso della violenza fine a se stessa, il culto del leader elevato a divinità. Soprattutto, nello stigmatizzare l’ansia collettiva di cancellare i legami con il passato e il processo di impoverimento che svuota il linguaggio di ogni significato, affonda il dito nelle piaghe che affliggono la nostra contemporaneità.
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Alberto G 04 agosto 2025Capolavoro visionario
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Cla 01 agosto 2025
5 stelle
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eliiii04 27 luglio 2025Lettura da non perdere
È quasi inquietante come il libro e i temi che tratta non abbiano mai smesso di essere attuali nel corso dei decenni. È stato il testo che ho portato all’esame di maturità, un’esperienza di lettura che non dimenticherò mai. Auguro a chiunque di poterlo capire a fondo e che esso possa risvegliare un senso critico che, nella società di oggi, è più che mai fondamentale
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