40 cappotti e un bottone

40 cappotti e un bottone è una storia di luce e di speranza narrata dalla voce innocente e pura di un bambino la cui infanzia è stata segnata dalla disumanità dei nazisti. Si percepiscono tutte le sue emozioni e le sue paure. Ambientata nell'estate del '42 a Nonantola, fra le mura di Villa Emma. Ed è proprio qui che Natan e tutti gli altri bambini conoscerenno l'altruismo e la solidarietà della gente del luogo. Don Arrigo Beccari, il Dottor Giuseppe Moreali e Ernesto Leonardi, il contadino che insegnava ai ragazzi il lavoro dei campi. Questi sono solo alcuni dei nomi che compaiono nel libro, tutti nomi da non dimenticare mai, perché a Nonantola NESSUNO si è mai tirato indietro! È un racconto pieno di quei gesti che fanno grande il cuore di un uomo, come mettere a repentaglio la proprio vita per salvare quella degli altri. Questo libro è un tributo a tutti coloro che hanno lottato e non si sono mai arresi, a chi ha perso la vita per questa causa, a chi ha fatto un gesto di solidarietà senza chiedere nulla in cambio, a chi ha donato amore e una luce di speranza al prossimo. Una testimonianza autentica che commuove e che abbatte il muro dell'indifferenza per non dimenticare mai. Sono sempre stata affascinata dalle storie ambientate durante la seconda guerra mondiale, ancora di più se si tratta di storie vere come questa, commovente il finale difficile trattenere la lacrimuccia!

Ho acquistato questo libro curiosa di leggere come era stata narrata questa storia, da me conosciuta attraverso la lettura di altri testi. La storia di Natan, voce narrante ed unico personaggio non reale ma comunque veritiero, viene raccontata in modo semplice e delicato. Toccante la parte iniziale quando parte dalla Germania, viene sottolineato in modo dolcissimo come l'uso delle parole possa modificare un avvenimento, viene prelevato per fare un “viaggio” non per “fuggire”. La parola “viaggio”, conferisce una nota meno drammatica a quanto sta per succedere, gli da un accezione positiva. La parte che mi ha colpito maggiormente è quando si rende conto che la madre e il fratello sono morti, se ne rende conto da una lettere, che gli viene inviata, lettera che improvvisamente capisce non poter essere scritta dalla madre. Le sue speranze sono infrante, ma deve andare avanti, i genitori, il fratello e lo zio sono comunque con lui e lo accompagnano nel suo viaggio. Viene affrontato il tema della morte dei cari, vista non come una separazione definitiva, passato il dolore iniziale, loro ci sono, sono in lui e lo incoraggiano ad andare avanti attraverso il ricordo dei loro modi e parole. Consiglio la lettura i questo libro sia ad adulti che a bambini. E' scritto a misura di bambino, semplice e comprensibile, descrive il disagio e le paure dei protagonisti, la tragicità della Shoah, concentrandosi sulla storia positiva di solidarietà e amore e non sulla tragicità degli avvenimenti da cui scappano. Lo consiglio agli adulti perché è sempre positivo leggere ciò che di grandioso e capace di fare l'essere umano.

Libro molto bello, che mi ha consentito di approfondire una vicenda di cui avevo sentito parlare ma su cui non avevo ancora letto nulla. La storia è commovente e scritta molto bene, il libro si lascia leggere che è una meraviglia. Unico difetto: finisce troppo presto. Non male per un esordiente, consigliatissimo!