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Anno edizione: 2024
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Gaja Cenciarelli, alla sua prima prova nel giallo, si conferma la grande cantrice della scuola di oggi che, in mezzo a tante questioni e difficoltà, mantiene un elemento di comunità che fuori dalla scuola, nel mondo dove la campanella non suona, non esiste più. Non c’è una scuola dove si impara a distinguere il giusto dallo sbagliato, ma forse la scuola è il posto giusto per esercitarsi in questa disciplina olimpionica.
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All’inizio non volevo leggere questo libro e l’ho letto solo come compito delle vacanze di Natale. Devo dire che mi ha stupito; questo libro sin dalla prima pagina mi ha colpito e mi faceva venire la voglia di leggerlo. Libro scritto bene e molto bello. Lo consiglio.
A scuola non si muore di Gaja Cenciarelli è un romanzo che, nonostante il tema potenzialmente interessante, finisce per risultare deludente e banale. La trama, che ruota attorno a una supplente alle prese con le difficoltà quotidiane della scuola, appare stereotipata e prevedibile, priva di qualsiasi originalità. I personaggi sono piatti e privi di profondità, incapaci di suscitare empatia o interesse, e la protagonista, Maria, risulta poco credibile nei suoi tentativi di sembrare la voce di una generazione di insegnanti frustrati. Il tentativo di affrontare le problematiche del sistema scolastico italiano è ridotto a una serie di cliché, senza mai entrare nel vivo delle vere difficoltà che caratterizzano l’ambiente scolastico. Il linguaggio, semplice e spesso ridondante, non aiuta a risollevare una trama che scivola senza mai spiccare il volo. In definitiva, A scuola non si muore non fa altro che ripetere argomenti già sentiti e trattati con maggiore intensità da altri autori, senza aggiungere nulla di nuovo o significativo. Una lettura che, anziché stimolare riflessioni, lascia un senso di frustrazione per l’occasione mancata.
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