Niente da dire sull’ambientazione, un transatlantico che, nel 1926, riporta a casa un gruppo di tycoon. Divertenti certi passaggi, con le finte (e fallaci) profezie: sulla neonata Elizabeth, pollone di un ramo secondario della famiglia reale inglese e destinata a non regnare; sul presidente Hoover, l’uomo giusto nel posto giusto al momento giusto; e quella letteraria su Vukcic che si guarderà dall’assumere un assistente con le iniziali AG. Mi domando se i due romanzi precedenti siano costruiti allo stesso modo, con la rielaborazione del personaggio di Stout, l’integrazione degli avvenimenti storici e di tantissime citazioni letterarie che, alla fine, lasciano la sensazione di un esercizio di stile a cui l’autore ha dato priorità rispetto all'intreccio giallo.
Al vento dell'oceano
The Roaring Twenties. Oceano Atlantico. È grande. È grosso. È Neron Vukcic. Sta andando a New York.
"Abilità da prestigiatore... Tuzzi è un maestro sofisticato, imprevedibile" - Ranieri Polese, Il Corriere della Sera
"Tuzzi continua a non sbagliare colpi e ci regala un altro magnifico giallo, una sfolgorante miniatura letteraria" - Fabrizio D'Esposito, Il Fatto Quotidiano
"Elegante senza essere lezioso, erudito senza essere noioso. C'è ancora qualcuno davvero convinto che il giallo non possa essere ottima letteratura?" - Giampiero Cinque, IBS
Aprile 1926. Sul transatlantico Pamphylia Neron Vukcic onora una promessa fatta a sé stesso nel 1914: andare a vivere a New York, la Mela d’Oro del XX secolo. Ma è mai possibile che il delitto non lo segua mentre teso e diffidente naviga verso il Nuovo Mondo? Naturalmente no. E quando in una suite di prima classe Elizabeth Hillman, bella moglie del senatore James R. Hillman, viene sorpresa con la mano sul pugnale piantato nel cuore del banchiere, politico e collezionista Clifford M. Marshall, acerrimo avversario del marito all’interno del Grand Old Party, il capitano della nave deve procedere a un arresto che desta scalpore e scandalo. A Hillman e al fratello dell’accusata non resta che chiedere a Neron Vukcic di smascherare il vero assassino prima che il transatlantico giunga a New York. Pigro e fedele alla propria pigrizia, Vukcic rifiuta. Ma un senatore e un miliardario americani posseggono argomenti sufficienti a vincere la più ostinata resistenza di un apolide immigrato. Così, con la prospettiva di un pronto rilascio della cittadinanza, di un pingue conto in banca e di una brownstone house affacciata su Gramercy Park, Neron Vukcic si mette al lavoro chiudendo il caso e, nello stesso tempo, la trilogia a lui dedicata.
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Autore:
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Editore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2017
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È il primo romanzo di Tuzzi che ho avuto il piacere di leggere, iniziando così dal capitolo conclusivo della trilogia dedicata al sagace Neron Vukcic. Un libro scorrevole, con uno stile raffinato, citazioni che segnano l’elevato livello culturale dello scrittore. Rispetto al testo valutato nel suo complesso ho trovato un po’ piatto il finale, poco dettagliato. Il giudico, comunque, è ampiamente positivo. Penso che di Tuzzi leggerò altro.
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