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L'allegra apocalisse
La Terra non ci sopporta più. E basta un'enorme sbronza collettiva a New York per i festeggiamenti del nuovo Millennio e uno sciopero dei netturbini di Manhattan a scatenare una disastrosa catastrofe ecologica. Ah, mondo infame! Sarà arrivata l'Apocalisse? Parigi è finita sotto sei metri d'acqua e i pesci si aggirano per le strade e i caffè di Montparnasse, a San Pietroburgo esplode una centrale nucleare, nel mondo stravolto si scatena la Terza guerra mondiale, mancano le fonti di energia e l'economia globale è crollata. Ma in mezzo ai boschi del Kainuu, nella Finlandia centrale, Asser Toropainen, un vecchio comunista "grande bruciachiese", in punto di morte ha destinato tutti i suoi beni per costruire un tempio. E tutt'attorno quest'improbabile santuario è cresciuta una comunità silvestre di gente laboriosa e gaudente che vive di caccia pesca e giardinaggio, in autarchia e prosperità, indifferente alla catastrofe universale. Un gruppo di strampalati personaggi paasilinniani tanto geniali quanto testardi, che naviga in mezzo ai marosi di un pianeta che va in malora con l'incoscienza di un'Utopia senza tempo. Paasilinna immagina un passato e un futuro nemmeno così lontani, contemplando la vanità delle ideologie e del consumismo, e le farneticazioni della nostra civiltà inutilmente complicata. E se l'Apocalisse deve venire, che venga pure. Paasilinna non è certo il tipo da farsene un problema.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2011
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Marco Gravano 10 febbraio 2020
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GIADA FARINA 22 novembre 2016
"Con tutto il rispetto, non sarà che sei un po' fuori di testa?" Le parole che il protagonista Eemeli Toropainen rivolge a suo nonno Asser sono perfettamente applicabili alla società contemporanea, che nel caso di questo libro si ritrova in un climax ascendente di catastrofi ecologiche, politiche ed economiche, in una tragicomica apocalisse. Non avevo letto ancora nulla di Arto Paasilinna, e devo dire che il suo stile ironico e moderno ben si sposa con la lucida follia che permane questa storia.
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Decisamente mi attendevo di piu': date le premesse di un mondo che scivola verso l'auto-annientamento, e di una piccola comunita' che trova le capacita' e la determinazione per sopravvivere, mi attendevo un laboratorio di utopia, un romanzo su un modo di vita alternativo, davvero diverso. E invece la ricetta di Paasilinna è estremamente riduttiva: basta vivere con buon senso, concentrandosi su quello che serve hic et nunc, sostanzialmente ignorando il resto del mondo. E' una comunita' che vive sperduta nel grande nord, ma che del mondo conserva troppo: la struttura sociale (di fatto una monarchia illuminata), la religione come collante sociale, lo sfruttamento delle risorse naturali senza rispetto. Sicuramente ironiche e simpatiche le descrizioni del mondo che si avvia all'annientamento, con citta' che annegano nei propri liquami, ma in cui la burocrazia - soprattutto fiscale - sopravvive a dispetto del disfacimento generale. Ma l'ironia non basta ...
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