Il primo racconto mette in scena un giovane uomo, Alëša, che ostenta il suo odio per la madrepatria Russia, che cerca di mescolarsi tra i francesi (senza mai riuscirci del tutto) e che si dà un gran daffare pur di non affondare, al punto che forse non ha mai avuto tempo di baciare una donna, altre cose sì, le ha fatte, ma quello no. Nella vita di Alëša entra in punta di piedi Ženečka, senza motivo, e senza motivo ne esce, in un tragico epilogo in cui il carnefice potrebbe apparire proprio lui. Ma la verità è che il giovane uomo sta solo cercando di rimanere a galla e nella sua ottica non c'è spazio per i rimorsi. Il secondo episodio si intitola "Pianto" e i membri della famiglia della giovane Saša ne manifestano uno molto particolare, apparentemente indistinguibile da una risata. Vive con il padre e sua sorella Ariadna, per la quale prova un profondo amore, ma presto le separerà il destino, nelle sembianze di un teatrante scalcagnato e brutto di nome Samojlov. Ariadna non può sposare quell'uomo già ammogliato e quindi potranno solo convivere. Si allontanerà di casa e anche se non abiterà molto lontano le sorelle si perderanno di vista. In seguito alla Rivoluzione d'Ottobre la famiglia di Saša dovrà fuggire in Francia, in una Parigi grigia e periferica, ospitati dalla sorella del padre. Saša cresce, ora va per i trent'anni. Sa di non essere bella. Fa la stiratrice e mette i soldi da parte, ma senza uno scopo: non ha vizi, non ostenta vestiti, non frequenta nessuno. L'amore per quella sorella che oramai non vede da quasi vent'anni si trasforma nella sua mente in un fantasioso sentimento verso Samojlov, che non vede da altrettanto tempo e al quale aveva rivolto all'epoca solo un saluto. Di Samojlov arriverà una lettera, nella quale chiederà di incontrarla. Anche lui ora è a Parigi. Samojlov le chiederà un favore impossibile da esaudire e Saša saprà di essere ormai sola al mondo.
Come un sogno a occhi aperti si svolge la vicenda di Sasa, una piccola emigrata russa che in una Parigi fredda e povera guarda se stessa con occhi estranei e assiste allo svolgimento della sua vita. Una vita mancata per eccesso di fedeltà e di delicatezza; una vita precaria, mai vissuta davvero, ma solo transitata dagli eventi. Così come è mancata la vita di Alësa Astasev, il protagonista del primo racconto, anch'egli immigrato in una Parigi ostile, che cerca negli altri una ragione per vivere o meglio uno scongiuro contro la morte. Due vicende rappresentate come due misteriose metafore e il potere della sua asciuttezza narrativa basta con poche incisive pagine a illuminare la vita dei suoi personaggi di una luce metafisica e conturbante.
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Anno edizione:2004
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LuigiAmendola 06 giugno 2024Frammenti della storia di un popolo
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alessio bosic 07 marzo 2017
Questo volume si compone in realtà di due racconti , il primo riporta lo stesso titolo del libro mentre il secondo è intitolato “ Pianto “. In entrambe le storie sono presenti come personaggi principali degli emigranti Russi che cercando una vita migliore a Parigi si trovano ad impattare con una realtà ben diversa dai festosi e colorati stereotipi comunemente legati alla Ville Lumière . Sono storie volutamente grigie , fredde , umide , che trasmettono la sensazione di scoramento vissuto dai protagonisti , già duramente provati da tristi vicissitudini familiari , a cui la nuova vita offre solo in parte una soluzione ma a quale prezzo lo scopriranno sulla propria pelle giorno per giorno.
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