Amico dell'invisibile. La personalità e la poesia di Eugenio Montale
In una lettera dell'8 novembre 1917, Montale scriveva alla sorella Marianna: "Io sono amico dell'invisibile e non faccio conto che di ciò che si fa sentire e non si mostra, e non credo e non posso credere a tutto quello che si tocca e che si vede". Questa fedeltà all'invisibile, come risvolto della sfiducia nel reale, alimenta in Montale un pessimismo radicale impregnato però di amore per la vita e uno scetticismo disincantato che presuppone e motiva la sua sofferta ricerca metafisica e quella assillante interrogazione dell'Altro propria di uno spirito profondamente religioso. Attorno a questo aspetto dell'arte montaliana ruota l'indagine di Angelo Marchese che ricostruisce, in una lettura di tutte le opere, la personalità del poeta del Novecento.
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Torino, SEI, Società Editrice Internazionale 1996,cm.17x24, pp.(6),288,(2), una foto di Montale all'antiporta, brossura, copertina com bandelle.
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Anno edizione:1996
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