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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2012
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Ho letto questo libro per la prima volta al liceo, in occasione di uno scambio di libri nella biblioteca della scuola: me ne sono innamorata alla prima lettura. Lo sfondo storico è quello in assoluto più trattato e raccontato in ogni forma di espressione artistica, cioè la Seconda Guerra Mondiale e l'avversione nazista contro gli ebrei, ma, essendo toccato non da uno scrittore professionista, ma da un pittore, è stato trasformato in una storia tanto semplice e delicata, quanto profonda e commovente. Con un finale a sorpresa, se non sorprendente sicuramente emozionante, racconta della storia dell'amicizia fra due ragazzi, un nazista e un ebreo, che si ritroveranno solo nel mondo ultraterreno, dove non c'è distinzione di ideologie e di politiche.
"L'amico ritrovato" è quasi da definirsi un racconto piuttosto che un romanzo. Il fulcro della trama è un'amicizia, narrata in brevi parentesi di quotidianità, come potremmo aspettarci da un sedicenne di poche parole. Ma quelle parole sono dense di significato, soprattutto perché esprimono i piccoli cambiamenti nella vita di un giovane ebreo alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, e di conseguenza nei rapporti con le persone che lo circondano. Ho trovato questo libro commovente senza il bisogno di lunghe descrizioni e caratterizzazioni psicologiche. E' concreto e conciso, e sa far riflettere. Consigliatissimo.
Il romanzo di Fred Uhlman è una lezione esemplare su come condensare in poche pagine il dramma del cambiamento vissuto nella Germania nazista da un ragazzo ebreo di sedici anni. A Hans, figlio di un medico ebreo, basta uno sguardo per capire che Konradin sarebbe diventato suo amico. La loro intesa è davvero perfetta, ma circa un anno dopo qualcosa tra loro si spezza. L'ultimo capitolo è un autentico pugno nello stomaco, che lascia senza fiato e fa riflettere.
Recensioni
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