"A mezzanotte passata del 21 agosto 1968, il mostro ha ucciso mamma e il suo amante nella Giulietta." Il 13 del mese di ottobre del 1985 veniva ufficialmente rinvenuto sulle rive del lago Trasimeno il corpo di un uomo bianco, attribuito a Francesco Narducci chirurgo gastroenterologo rampollo di ottima famiglia -una stirpe di medici la sua- anche se in realtà un pescatore dichiara di averlo visto dal 9 ottobre. Un riconoscimento sommario il suo, impedito alla vista della vedova che non ha mai creduto alla versione ufficiale degli accadimenti. Questo libro è la bellissima e personale indagine fatta da Diego Cugia alla ricerca della verità sul mostro di Firenze. "Mi sento responsabile di avere costretto Francesca lungo queste antiche strade, di notte, con un tempo da lupi. Per un attimo mi sfiora il dubbio di essere io l'inseguito." Chi c'era dietro i delitti? Quale follia c'è dietro all'esigenza di collezionare macabri souvenirs? Come mai i "compagni di merende" hanno avuto la sapienza di essere in grado di prelevare i tessuti con precisione chirurgica senza avere alcuna competenza tecnica in materia? La narrazione si dipana attraverso questi nodi, lasciandone invero alcuni irrisolti, ma aggiungendo un nuovo punto di vista che si configura come un importante contributo alla discussione nella direzione della ricerca di a verità assoluta contrapposta alla verità oggi ritenuta possibile. Un bellissimo assaggio di un giornalismo fresco, vivace e vivo, pulsante nella sua crudezza, squisitamente concreto. Attraverso la voce dell'autore parla Francesca, la vedova di Narducci, portando alla luce una verità molto scomoda, che si stringe a spirale in un perverso inseguirei di insabbiamenti e massoneria. "Francesco lo conoscevo da sempre. Quando noi eravamo bambine papà ci diceva: "voi dovete frequentare i fratelli Narducci perché sono persone molto per bene." Papà, mio tenero dittatore." 10 e lode a Cugia, che si riscopre nella sua esigenza di reportage, nella sua fame di verità, fino ad arrivare a regalarci una piccola perla unica nel suo genere. " Lui mi guardò. Io mi alzai e cominciai a esistere. Da principio non mi parve possibile. Chi sopravvive alla penombra in cattività stenta ad abituarsi all'essere luminoso e libero."
Un amore all'inferno
Un incontro casuale in un hotel sull'autostrada alle porte di Firenze. Un uomo e una donna soli nella pioggia. Due destini incrociati nella notte, in questa storia talmente vera da sembrare un diabolico racconto. Perché lei, Francesca, è la protagonista di una vicenda di cuore, cronaca e sangue della recente storia di Italia. Otto coppie di giovani amanti cancellate dalla stessa Beretta calibro 22. Perché Francesca è la moglie del giovane medico scomparso nel lago Trasimeno e sarà inevitabilmente la testimone di un nuovo futuro processo al "Mostro di Firenze". Lui è lo scrittore che già conosciamo ed è qui per ascoltare con noi, dal vero, una storia che tutti abbiamo la sensazione di conoscere.
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Autore:
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Anno edizione:2005
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M.CHIARA MONGELLI 15 maggio 2018
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