"L’amore non è un manga" è uno di quei romanzi che ti sorprendono, perché dietro una copertina che promette leggerezza, nasconde una storia piena di emozioni autentiche. Camilla è una protagonista in cui è facile rispecchiarsi: una ragazza che sta cercando di farsi strada in un mondo competitivo, che ha sogni grandi ma anche paure vere. Quando parte per il Giappone lasciandosi alle spalle Milano e il suo fidanzato Alan, pensavo di trovarmi di fronte alla classica storia romantica... invece ho scoperto molto di più. Il confronto culturale, l’insicurezza di trovarsi dall’altra parte del mondo, la pressione di un ruolo importante, e soprattutto l’incontro con Hiro Yamada, rendono questo libro una riflessione sul cambiamento, sulla crescita personale e su cosa significhi davvero amare. Mi è piaciuto molto come Mia Another ha descritto il legame tra Camilla e Hiro: non è una favola, ma un rapporto fatto di sguardi, di differenze da accettare, di momenti silenziosi che parlano più di mille parole. E poi c'è Miwa, con il suo atteggiamento ostile, che aggiunge tensione ma anche profondità alla dinamica del gruppo. Quello che mi ha lasciato questo romanzo è la sensazione che l’amore – quello vero – non è mai perfetto, e non segue mai un copione scritto. Non è un manga, appunto. Ma proprio per questo, quando accade davvero, sa essere molto più forte di qualsiasi storia disegnata. Se avete voglia di emozionarvi, di viaggiare con la mente fino in Giappone e di leggere qualcosa che sa unire sogno e realtà… vi consiglio di cuore questa lettura.
