Recensioni L'arca dei suoni originari. Salvare il canto delle foreste dall'estinzione

Un viaggio verso l’essenza della natura più selvaggia. Una storia vera che sembra un film.
A cosa serve la musica là fuori dove il mondo naturale sta collassando su scala globale?
All’alba lascia il campo base e percorre i sei chilometri che rappresentano la distanza di sicurezza dall’ultimo suono dell’uomo. Sotto il semplice scudo della sua impenetrabile zanzariera, sulle spalle il sofisticatissimo registratore digitale e nelle mani l’asta di un microfono ad altissima risoluzione, David Monacchi fende la foresta e giunge non senza fatica al centro del nulla. A quel punto si accoccola, accende il tasto rec e si abbandona all’ascolto. Un po’ Indiana Jones, un po’ Walt Whitman, un po’ Greenpeace, David Monacchi è un archeologo delle parole della natura. Da oltre dieci anni gira il mondo per catturare i suoni dei luoghi ancora non modificati dal passaggio dell’uomo, quelli che lui reputa intonsi e ultimi, a forte rischio di scomparsa. Nel cuore dell’Africa nera, nella giungla amazzonica o nella foresta del Borneo, Monacchi accende il suo registratore di ultimissima generazione e cattura, come fosse una foto, ciò che chiama il “paesaggio sonoro” che poi rimonta in studio con la sapienza di un fotografo e diffonde con la sua biblioteca. La sua collezione di paesaggi sonori è un grido di dolore di una natura in pericolo ed anche una potente riflessione sul rapporto con la musica, l’arte e il pensiero.)
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