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Alex (Johnny Deep) è un giovane sognatore, oniricamente legato ad un ragazzino eschimese e ad un pesce coi due occhi sullo stesso lato della testa e per questo limitato nella sua capacità visiva, ma con in serbo la fantastica dote di aver uno stomaco simil palloncino, in grado di essere gonfiato e libero di volare. E' ancora troppo leggero per essere trattenuto dal peso vincolante della vita reale ed Alex sembra esserne cosciente, soprattutto grazie al brusco strattone linguistico usato dalla madre: “Buongiorno, Colombo!” Il cui fine unico è infatti mirato a ricordagli che: “l'America è già stata scoperta...e che i sogni sono molto lontani dalla realtà”, lontani dal sogno americano. Tuttavia Alex pensa...“ma che senso ha vivere se qualcuno ti ha già spiegato la differenza tra una mela ed una bicicletta?”, per cui non sembra esserne turbato e difende il suo “semplice” stato di esser giovane, libero e spensierato, sebbene nutrito dai ricordi di un'infanzia tutto sommato felice, richiamati dal piacevole profumo della scadente acqua di colonia utilizzata dallo zio Leo (Jerry Lewis), suo eroe di infanzia. E' assiomatico che cogli eroi del passato si è costretti a fare i conti nel presente...e lottare passivamente onde evitare di somigliargli. E' a questo punto che intervengono gli insegnamenti del padre: “il lavoro è come un cappello che ti metti in testa, per cui...anche se non hai i calzoni, non devi andare in giro vergognandoti del tuo sedere...perché hai un cappello in testa” ed il tutto sembra fatto ad hoc per preparare il “pesce all'oceano”. Non a caso Alex si contorna di personaggi poco maturi, nonostante l'età, nutrendo la speranza inconscia di ritardare un'inevitabile crescita. La sua amata Elaine (Faye Dunaway) amante del volo, sebbene timorosa di “cadere”, è ossessionata dal apparire a tutti i costi giovane sia nei modi che nell'aspetto, vacillando sull'orlo di un'infantilità cronica. Il cugino Paul (Vincent Gallo) aspirante attore, abile nel memorizzare dialoghi e gestualità delle sequenze dei suoi film preferiti, ed artefice di strambe teorie sulla produzione di proteine dovuta allo sguardo di una donna, nasconde le sue insicurezze etichettando bonariamente Alex come “un ragazzino” e quando in pericolo è pronto a scappare. Grace (Lili Taylor) in forte contrasto con la matrigna Elaine, indossa i panni di un depressa affascinata dal suicidio in quanto certa di risvegliarsi tartaruga; si destreggia in espressioni animalesche degne di una caratterista, atte a rimarcare la sua aggressività, ma in realtà è un modo come un altro di nascondere le sua profonda sensibilità ed il suo progressivo distacco onirico, rivelandosi abile a far vivere i sogni altrui. Infine lo zio Leo, famoso venditore d'auto, definito dallo stesso Alex “un bambino di dieci anni con le maniche troppo lunghe”, prova a guidare il nipote nella sua crescita, forse anticipando i tempi, tentandolo con l'idea di raggiungere la Luna mettendo in pila le macchine vendute e realizzare ciò che avrebbe dovuto essere il suo sogno. Ma suo di chi? Certamente non di Alex, troppo preso dal suo sognare...troppo perso nei suoi innocenti deliri, fatti di ginger ale e innamoramenti da volare. Il binomio inscindibile Kusturica-Bregovic dirige ed accompagna un film unico, emozionante, umoristico ed intellettuale, ricco di elementi simbolici che coinvolgono lo spettatore nei meandri della storia. Con molta probabilità si tratta della migliore prestazione di Kusturica, mentre è certo il lavoro superlativo di tutti gli attori, nessuno escluso, e forse il film potrà lasciare a qualcuno il rimpianto di godere di quel Johnny Deep del cinema d'autore. Capolavoro!
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