Libro scritto in inglese di un autore slavo di terra americana. E’ una lettura indubbiamente leggera, menomata in parte dai due registri (la vita reale narrata ed il romanzo – debole e di genere- zombie scritto dal protagonista) Che tuttavia è un po’ lo specchio di questo tempo di mezzo. Joshua Levin vorrebbe scrivere per il cinema ma è un pigro ragazzo sui trent’anni, non omologato alla vita adulta, forse oppresso da una famiglia ebraica debordante, che vive di lezioncine di inglese a odiosissimi Migranti dell’est. Fin quando conosce Ana, bosniaca sposata con un bosniaco enorme, e la sua vita inevitabilmente si accartoccia, catalizzata da altri personaggi sopra le righe e da una forte tendenza del protagonista a farsi del male.. JOshua è un john fante 2.0, anziché pizzini infarcisce il portatile di idee opportunamente numerate, spesso spassose, ma futili e neotèniche (suonano acute e intelligenti, ma non verranno mai sviluppate di fatto, o forse non sono proprio sviluppabili: hanno una dignità finchè permangono nello status di haiku). La frammentarietà e acutezza è la chiave di volta di molti autori contemporanei (vedi le top 5 di Hornby in Alta Fedeltà) ed è un po’ la condizione di americani imprigionati nella superficiale modernità. L’autore scrive molto bene, ma non credo che rileggerò questo libro nei prossimi 10anni.
L' arte della guerra zombi
Per la prima volta Aleksandar Hemon si sgancia dal topos dello scrittore bosniaco espatriato di ogni sua opera precedente per calare la vicenda saldamente nel fallimento del sogno americano.
L'imprevedibile autore del Libro delle mie vite e di Amore e ostacoli l'aveva promesso: "Il mio prossimo romanzo sarà un ottovolante di sesso e violenza". L'arte della guerra zombi mantiene la promessa garantendo uno spasso che dà assuefazione e una trama che sembra una sfida lanciata ai fratelli Coen. Joshua Levin, aspirante sceneggiatore sulla trentina, è il prototipo dell'uomo qualunque americano contemporaneo: nevrotico, egoista, pigro eppure ambizioso, indeciso, dedito al consumo, ossessionato dal sesso. E proverbialmente inconcludente. Tra le sue tante sceneggiature che non vanno da nessuna parte, Joshua decide che ce n'è una vincente: s'intitola Guerre zombi e racconta le avventure del maggiore Klopstock e il suo tentativo di salvare il mondo dall'invasione dei famelici mangiacervelli. Ma a partire da quest'idea ogni scelta di Joshua sarà piú disastrosa della precedente conducendolo rapidamente e inesorabilmente verso la débâcle. E sempre piú evidenti diventeranno i paralleli fra i non-morti della sua fantasia e quelli che popolano un Paese-zombi, l'America, che si ciba dell'altro senza misura e, come Desert Storm ben dimostra, senza considerazione per le conseguenze. Per la prima volta Aleksandar Hemon si sgancia dal topos dello scrittore bosniaco espatriato di ogni sua opera precedente per calare la vicenda saldamente nel fallimento del sogno americano, e con un meraviglioso e inaspettato colpo di reni, scoperchia una vena comica potentissima in un romanzo adrenalico e spietato con i suoi personaggi, divertente come una comica di Buster Keaton, il genio dalla faccia triste che non ride mai.
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Anno edizione:2016
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