Il libro è diviso in due sezioni principali, con un epilogo finale scritto come il copione di un'intervista radiofonica. La prima si intitola "Follia" nella traduzione italiana e dovrebbe essere una versione romanzata di una relazione che l'autrice ha avuto con lo scrittore Philip Roth - cosa che, tra l'altro, ho scoperto solo poco prima di scrivere la recensione. È scritto in maniera distaccata e poco convincente - è come se non stessi leggendo direttamente la storia, ma qualcuno che ti fa un resoconto ma non è molto interessato a quello che è successo. La seconda sezione, "Pazzia", è migliore e completamente slegata dalla prima (o almeno così sembra). La narrazione è completamente diversa, molto più coinvolgente, interessante e personale. Nell'intervista radiofonica dell'epilogo viene spiegata la correlazione tra le due ma, ancora una volta, il tutto risulta molto distaccato.
