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«Vado matto per la botanica: peggioro di giorno in giorno, non ho più che fieno nella testa, una di queste mattine diventerò anch’io una pianta, e ho già messo radici a Môtiers.»
Botanica ed erboristeria sono sempre state le grandi passioni di Jean-Jacques Rousseau. Per lui, lo studio della natura conduce alla virtù e alla saggezza ed è imprescindibile per tutti i filosofi. Tra il 1771 e il 1773 scrive otto lettere elementari sulla botanica, indirizzate a Madame Delessert, affettuosamente chiamata «cugina», e destinate alla sua giovane figlia. All’inizio del XIX secolo, queste lettere avrebbero avuto successo in tutta l’Europa. Insieme alle Fantasticherie di un passeggiatore solitario, le lettere elementari sulla botanica sono una delle ultime opere della sua vita. In esse, il fine di Rousseau travalica la sua pedagogia e sotto la sua raffinata penna l’arte della descrizione acquisisce potenza. Crucifere, papilionacee, labiate, liliacee, ombrellifere tracciano un erbario poetico che ci presenta Enzo Cocco, grande specialista di Rousseau e traduttore sia delle lettere che dei Frammenti a un lessico di botanica, proposti in aggiunta a questa edizione.
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