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Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2017
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Han Kang, con il terso, spietato lirismo della sua scrittura, scruta tante vite dilaniate, racconta oggi l’indicibile, le laceranti dissonanze di un passato che si voleva cancellato.
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L’autrice racconta in modo molto crudo il massacro di Gwangju. Impossibile non rimanere toccati da quanto accaduto nel 1980. Han Kang colpisce ancora!
Una delle caratteristiche più distintive di Atti Umani è la sua struttura a più voci. Han Kang si distanzia da una narrazione lineare e tradizionale, optando per una sequenza di capitoli che alternano i punti di vista di vari personaggi, legati tra loro dal trauma della violenza. Ogni capitolo offre una prospettiva personale su quanto accaduto a Gwangju, ma la linearità cronologica è spezzata, creando un effetto di frammentazione che riproduce l’impossibilità di ricostruire l’evento lasciando sgomento il lettore per la sua tragicità da ogni punto di vista lo si voglia guardare. Tra le voci che si susseguono ci sono quelle di un ragazzo ucciso durante la protesta, dell’anima dell’amico che parla attaccandosi disperatamente alla sua carne morta martoriata, di una madre che piange il figlio morto, di un soldato che ha partecipato alla repressione, di un artista che prova a dare forma al dolore, e infine di un uomo che, decenni dopo, cerca di fare i conti con le cicatrici lasciate dalla tragedia. L'abilità di Han Kang sta nel rendere ciascuna di queste voci universale e concreta allo stesso tempo. I personaggi non sono semplicemente degli spettatori passivi della storia, ma diventano portatori di un dolore che trascende il loro specifico contesto temporale e spaziale. La loro esperienza si intreccia e si sovrappone, creando una ragnatela di emozioni e riflessioni che culmina in un’opera che non è solo una testimonianza storica, ma un vero e proprio “atto umano”, nel senso più profondo e ambiguo del termine. Un atto umano mediato da un’anima che ha materia effimera di vetro. L’anima come vetro.
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