La ballata delle anime inutili - Tommaso Avati - copertina
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Letteratura: Italia
La ballata delle anime inutili
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Descrizione

Ispirandosi a un fatto realmente accaduto nell’Italia fascista – quando in un piccolo paese della Puglia un’intera comunità si convertì all’ebraismo mentre venivano promulgate le leggi razziali – Tommaso Avati racconta una grande famiglia e il suo lento, inesorabile disfacimento, che è anche la fine di un’epoca.


È il 1938 e la tredicenne Sofia vive in una masseria nel Gargano insieme alla sua grande famiglia, affollata di fratelli, cognate, nonni e nipoti. In quella casa ci sono tante stanze da letto quante le dita di una mano, e tutte ruotano attorno a quella centrale, che è bianchissima, misteriosa e nessuno vi può accedere. È la stanza del Santo: lì accadono i prodigi, ci si va solo per fare i figli. Sofia sa che lei non varcherà mai quella soglia. Suo padre, con «parole che hanno i denti», le ha spiegato che un marito vuole una donna utile, e che lei non lo è. Perché non sa fare niente, perché è lenta, soprattutto coi numeri: è nata con la luna bugiarda. Così Sofia si aggira tra la masseria e il campo di grano, sentendosi sola, diversa, un errore. L’unica persona con cui può parlare è il suo amico Pasquale, e a lei piace, ogni tanto, correre da lui. Ma Pasquale è di San Nicandro, e la gente di lì ha aderito a una setta strana e misteriosa. Loro non mangiano il salame, il sabato fanno sempre sciopero e per diventare veri uomini devono tagliuzzarsi là sotto. Suo padre l’ha ammonita di non parlare con quelli, è pericoloso, potrebbero contagiarla. Il loro capo, Donato Manduzio, è un losco individuo capace di vedere cose che gli altri non vedono e di compiere guarigioni ma anche malocchi, e in paese si vocifera che per cercare aiuto e protezione abbia avuto la bella idea di scrivere una lettera al Duce…

Dettagli

24 ottobre 2023
144 p., Brossura
9788854523098

Valutazioni e recensioni

  • Andrea1

    Buono

Conosci l'autore

Foto di Tommaso Avati

Tommaso Avati

1969, Bologna

Tommaso Avati (Bologna, 1969) si è laureato in Comunicazione con una tesi sui racconti di Raymond Carver e il cinema di Robert Altman. Ha collaborato a sceneggiature e soggetti, come La prima volta di Massimo Martella e Quell’estate di Guendalina Zampagni. Ha lavorato anche alla stesura di film tv, come Un matrimonio, Il bambino cattivo, Con il sole negli occhi, Le nozze di Laura. Ha scritto insieme al padre Pupi Avati il soggetto per il film Il ragazzo d’oro (2014), che ha vinto il premio per migliore sceneggiatura al festival di Montreal.Come scrittore ha pubblicato, tra l'altro, Ogni città ha le sue nuvole (SEM, 2017) e Quasi tre (Fabbri, 2018).

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