Un tema sconvolgente sul quale è stato raccontato troppo poco. Apprendere all'improvviso che fino a "ieri" accadevano tragedie simili scatena sentimenti di rabbia frustrazione impotenza. Lettura importante, conoscere per non dimenticare
Il bambino della casa numero 10
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John va ancora al college, eppure è già alla sua seconda vita. La prima l'ha vissuta segregato in un lettino a sbarre in un istituto di Mosca, una di quelle Case dei bambini ideate da Stalin e ancora esistenti. Trattato come un bambino "fallato", come vengono considerati i piccoli che dopo diagnosi frettolose ricevono l'etichetta di idioti. John aveva un altro nome allora, Vanja, anche se quasi nessuno si rivolgeva a lui. Nessun legame con i bambini, questa è la regola per il personale. Nutrirli e cambiarli, senza guardarli, toccandoli il meno possibile. Un inferno in terra a cui sono condannati i bambini destinati all'oblio, che non possono nemmeno sperare in un'adozione. Ma Vanja non è ritardato. Vanja è un bambino sveglio, dagli occhi curiosi, ingordo di affetto e di contatti umani, l'unico in grado di parlare nella stanza in cui è prigioniero con una dozzina di sfortunati come lui. È grazie alla parola che per lui si accende una speranza. Un giorno una donna, una straniera, si affaccia alla sua stanza e gli regala una macchinina. "Torna ancora" le grida Vanja. Una richiesta d'aiuto che non si può ignorare. La donna, Sarah, moglie di un giornalista inglese, è in contatto con associazioni internazionali che cercano tra mille difficoltà di aiutare quei bambini. Torna Sarah, perché ci sono promesse che non è possibile disattendere, per nessun motivo.
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Anno edizione:2010
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In commercio dal:9 novembre 2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Caterina 06 marzo 2025SHOCK
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Vale_ 13 novembre 2021Una storia che emoziona
Le reazioni che scatena questo libro sono, a mio avviso, molteplici...rabbia tristezza ma anche gioia. È la storia di un ragazzo che affronta un'infanzia di violenze e privazioni in un istituto prima e ospedale psichiatrico poi. Davvero emozionante
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MARCO MONTUORI 28 novembre 2017
un libro sulla condizione degli orfanotrofi in Russia visti da un loro piccolo ospite. E' facile immaginarsi quali sia la situazione anche prima di leggerlo, ma é un libro ben scritto, coinvolgente e commovente. Inoltre é una storia vera e anche solo per questo da leggere. Lo consiglio assolutamente. Secondo me adatto anche ad un giovane lettore, dai 15 anni, direi
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