I beati anni del castigo - Fleur Jaeggy - copertina
I beati anni del castigo - Fleur Jaeggy - copertina
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Premio letterario nazionale per la donna scrittrice - Premio Speciale della Giuria - 1990
Letteratura: Svizzera
I beati anni del castigo
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Descrizione


«Il suo occhio preciso e acutissimo conosce i segreti delle cose e delle persone» - Pietro Citati

Un collegio femminile in Svizzera, nell'Appenzell. Un'atmosfera di idillio e cattività. Arriva una «nuova»: è bella, severa, perfetta, sembra che abbia già vissuto tutto. La protagonista - un'altra interna del collegio - si sente attratta da questa figura, che lascia intravedere qualcosa di quieto e terribile. E il terribile, a poco a poco, si scopre: è la terra di nessuno tra perfezione e follia. Lo stile limpido e nervoso, l'acutezza delle notazioni, l'intensità di questa storia fanno risuonare una corda segreta, quella che si nasconde nell'immaginario collegio da cui tutti siamo usciti. E ci lascia toccati da un'emozione rara, fra lo sconcerto, l'attrazione e il timore, come se al centro di un'aiuola ben curata vedessimo aprirsi una voragine.

Dettagli

18 marzo 2021
107 p., Brossura
9788845935794

Valutazioni e recensioni

  • Roberta
    Mi aspettavo di più

    Devo dire che mi aspettavo di più da questo romanzo. Inquietudine e personalità dei personaggi traspaiono ad ogni pagina e sono ben delineati ma effettivamente la lettura non convince fino in fondo.

  • Elvira

    Un collegio femminile svizzero negli anni '50, rigido, ovattato, quasi sospeso nel tempo. Lì si muove una protagonista senza nome, un’adolescente introversa, lucida, implacabile osservatrice. Quando arriva Frédérique, ragazza brillante, qualcosa si incrina: nasce un legame ossessivo, un’attrazione muta fatta di sguardi, potere, silenzi. È un romanzo che parla di amicizie che bruciano, desideri che non si possono dire, e un mondo fatto di regole asfissianti e rituali inquietanti. Jaeggy ci porta dentro un microcosmo gelido, in cui tutto è sotto controllo, tranne ciò che si agita dentro. Ho amato l’atmosfera ambigua, quasi metafisica, ma a tratti ho sentito il gelo prevalere sull’emozione. Intenso, sì, ma non esplosivo. Da leggere se amate i romanzi di formazione non convenzionali.

  • Ias
    Buon libro

    Malinconia e inquietudine. Lettura abbastanza piacevole ma devo dire che non mi ha convinta fino in fondo

Conosci l'autore

Foto di Fleur Jaeggy

Fleur Jaeggy

1940, Zurigo

Fleur Jaeggy è nata a Zurigo e vive a Milano dal 1968.Presso Adelphi ha pubblicato: Il dito in bocca (Milano, 1968), L'angelo custode (Milano, 1971), Le statue d'acqua (Milano, 1980), I beati anni del castigo (Milano, 1989; Premio Bagutta 1990, Premio Boccaccio Europa 1994,), La paura del cielo (Milano, 1994; Premio Moravia 1994) e Proleterka (Milano 2001; Premio Vailate Alberico Sala 2001; Premio Donna Città di Roma 2001). Ha tradotto Vite immaginarie di Marcel Schwob (Adelphi, Milano 1972) e Gli ultimi giorni di Immanuel Kant di Thomas De Quincey (Adelphi, Milano 1983).Ha scritto su Schwob, De Quincey, Keats e Robert Walser .Su I beati anni del castigo così ha scritto Iosif Brodskij: "Intinta nell'inchiostro azzurro dell'adolescenza, la penna di Fleur Jaeggy è...

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