Un romanzo intenso. La speranza e la rinascita dopo la tragedia del terremoto. Nella scrittura scorrevole e essenziale dell'autrice, il cuore lacerato di tutti i personaggi, il loro dolore e la speranza che, riga dopo riga, torna a illuminare le loro vite.
Bella mia
Bella mia è un romanzo di grande intensità che parla con un linguaggio scarno ed essenziale dell'amore e di ciò che proviamo nel perderlo. Ma soprattutto della speranza e della rinascita: la rinascita di una città squassata dal sisma e la rinascita ancora più faticosa della fiducia nella vita. Con una postfazione dell'autrice
Come si possono ricomporre i cocci di una vita quando la terra trema e rimescola luoghi, prospettive, relazioni? Ritrovarsi alle prese con un adolescente taciturno e spigoloso che è quasi uno sconosciuto, inventarsi madre quando quell'idea era già stata abbandonata da tempo. È ciò che succede a Caterina, la protagonista di Bella mia, quando Olivia, la sorella gemella che sembrava predestinata alla fortuna, rimane vittima del terremoto dell'Aquila, nella lunga notte del 6 aprile 2009, lasciando il figlio Marco semiorfano. Il padre musicista vive a Roma e non sa come occuparsene, perciò tocca a Caterina e alla madre anziana prendersi cura del ragazzo, mentre ciascuno di loro cerca di dare forma a un lutto che li schiaccia. Ma è in questo adattamento reciproco, nella nostalgia dei ricordi, nella scoperta di piccole felicità estinte, nei gesti gentili di un uomo speciale che può nascondersi la forza di accettare che il destino, ancora una volta, ci sorprenda. Bella mia è un romanzo di grande intensità che parla con un linguaggio scarno ed essenziale dell'amore e di ciò che proviamo nel perderlo. Ma soprattutto della speranza e della rinascita: la rinascita di una città squassata dal sisma e la rinascita ancora piú faticosa della fiducia nella vita. Con una postfazione dell'autrice.
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Anno edizione:2018
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Formato:Tascabile

Un romanzo sulle crepe e sulla luce che vi entra
Alle 3.31 del 6 aprile 2009, a L’Aquila la terra trema. A distanza di nove anni, Donatella Di Pietrantonio, scrittrice abruzzese, ne scrive in un romanzo intenso e penetrante. Due sorelle gemelle divise dal destino, Olivia muore sotto le macerie lasciando un figlio nella piena delle inquietudini dell’adolescenza, e una sorella, Caterina, sua gemella, che si salva e dovrà prendersene cura. Un romanzo in cui ognuno resta solo a modo suo e in questa individuale solitudine scava, fino a trovare la salvezza nella necessità di prendersi cura dell’altro. Caterina lo farà col nipote. Imparerà una maternità anomala, poiché non cercata, e Marco lo farà con Caterina, a cui si aggrapperà per ritrovarsi nel mondo e non perdersi il futuro. Sullo sfondo, una città vuota come un fantasma. Con un linguaggio asciutto ed essenziale che ricorda i grandissimi del Novecento, Donatella Di Pietrantonio ci porta fino in fondo, a toccare le corde più intime del dolore e da lì ci fa tornare indietro per guardare avanti.


Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Simona 30 aprile 2025La rinascita
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addi 17 aprile 2025ottima lettura
Scorrevole, emozionante e reale. La descrizione di quei momenti.. fa rabbbrividire, ma riesce comunque a non accentrare la storia su quel singolo evento
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Caterina 09 gennaio 2025BELLA MIA
Caterina ha una sorella gemella, più bella di lei, più affascinante e più intelligente di lei. Caterina è parte di sua sorella e senza di lei ha dovuto imparare a sopravvivere dopo che il terremoto del 6 Aprile 2009 all'Aquila le ha portato via Olivia. Olivia le ha lasciato pesanti eredità: una mamma orfana di sua figlia e un ragazzo adolescente, Marco. Di Marco non sarà solo zia, dovrà diventarne madre: lei non ha mai voluto figli. In una casa provvisoria, a tre anni dal terremoto convivono queste tre persone doloranti, vittime della stessa tragedia, vittime di dolori diversi e non condivisibili. Insieme ma separati, bisognosi di puntelli e impalcatura senza che possano esserlo l'uno per l'altra. Una scrittura che accompagna questi vissuti che non banalizza e non scade nell'aulico, donandoci immagini in rilievo che catturano tutti i sensi. "Appena oltre la porta mi viene incontro l'odore complesso della casa, i legni secolari dei mobili e degli infissi, l'ultima tempera bianco latte sugli intonaci, dalla cucina spezie invecchiate e un ricordo vago di lunghe cotture trascorse." "I vestiti di prima... Accanto mia madre ha voluto conservare alcuni abiti di Olivia, protetti dagli involucri trasparenti della lavanderia. Li sfoglio, i suoi e i miei, come l'album di una vita ormai estranea." Da sfondo l'amore per l'Aquila che l'autrice ha fatto divenire sua durante gli anni universitari. Rabbia, dolore e poca ricostruzione.
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