Bergtatt

Il primo ululato black metal, che lascia già presagire l'originalità e la rottura degli schemi che andrà a caratterizzare l'evoluzione dei Lupi norvegesi.

Chi li conosce e li segue da tempo ormai è consapevole e certo che gli Ulver, alla loro prima, amata, incarnazione black metal non torneranno probabilmente più: è nella loro natura e nella loro coerenza. Ma forse è un bene che ciò non accada, perchè in questo modo il loro debutto, "Bergtatt", rimarrà l'ennesimo capolavoro isolato della loro discografia, un album che, nel suo genere, ha avuto un ruolo di rilievo. Molto diverso dalle opere black metal che uscivano allora, si divide in cinque tracce, o meglio capitoli, come il gruppo stesso invita a definirle; si tratta, infatti, di un cupo concept album attorno alle vicende di una povera fanciulla che, al calare delle tenebre, finisce per smarrirsi nelle profondità di un bosco. Per rendere al meglio l'atmosfera primordiale e notturna che si dovrebbe respirare durante la trama, gli Ulver si lasciano spesso andare a momenti legati alla musica folk e acustici, attenuando la furia tipica del black metal (comunque molto presente). Per poco più di mezz'ora, l'ascoltatore si ritroverà immerso negli angoli più bui e tetri della natura, sapendo in cuor suo di essere insidiato da presenze crudeli e misteriose...