Bianco

Con i suoi versi traslucidi Laura Pugno ha costruito negli anni un mondo compatto e coerente. Nuovo e insieme originario, perduto e da ritrovare, è un mondo che a ogni istante si rigenera nel lavoro incessante sui confini della lingua, in quel territorio sconosciuto che è proprio della poesia. Cosí in questo libro la parola compie un movimento a spirale intorno all’idea di un centro vuoto, d’un’assenza abbagliante: «chiarore si confonde con la pelle», «bianco ininterrotto, / quello che non hai visto acceca ancora». Neve che copre il mondo, pozze di ghiaccio, animali e alberi inselvatichiti, si forgiano nel pensiero e materializzano nel corpo, e il bianco è insieme natura e spazio da cui la parola scaturisce; la frontiera tra mente e corpo cade, la frattura si risana. Ed è proprio la coincidenza interna fra pensiero e corpo a fare di questa poesia una lingua incapace di mentire.