Borbonia felix. Il Regno delle Due Sicilie alla vigilia del crollo - Renata De Lorenzo - copertina
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Borbonia felix. Il Regno delle Due Sicilie alla vigilia del crollo
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Descrizione


Le polemiche che hanno caratterizzato la celebrazione dei centocinquanta anni dell'Unità d'Italia si sono spesso focalizzate sul crollo del Regno delle Due Sicilie e sulla fine del Borboni. Un fronte antirisorgimentale glustiziallsta, alla ricerca di colpevoli e di complotti, ha oggi la presunzione di scrivere ciò che gli storici di professione non avrebbero mai scritto o avrebbero volutamente occultato. Renata De Lorenzo, partendo proprio dal confronto con le mitologie correnti, propone una rilettura attenta delle dinamiche interne ed esterne al contesto meridionale che dal post-1848 al 1861 hanno messo in crisi i modelli culturali di una dinastia e della "nazione" napoletana. E ricostruisce la fine del Regno borbonico, facendo il punto sulle contraddizioni e le complessità della vita politica, della società e dell'economia del Sud alla vigilia dell'Unità. Premessa di Alessandro Barbero.

Dettagli

26 giugno 2013
230 p., Brossura
9788884028303

Valutazioni e recensioni

  • Antonio Aliperti

    Un qualsiasi testo scolastico può sostituirlo e si risparmia. Gia dal titolo "Borbonia..." termine leghista e da colonizzati come magari "terronia" oppure il termine inventato "Padania"(mai esistita e mai esisterà!) E' bastato questo per non acquistarlo come suggerisco ai curiosi di non sprecare soldi per questo "scritto" che rimane ed è solo una tesi di una colonizzata non amante della propria terra!

  • Stefano Di Matteo

    La materia che tratta detto libro è oggi molto controversa. L'autrice fa il punto della situazione ed è a favore del Risorgimento e dell'unificazione italiana, a scapito del regno delle Due Sicilie. La storiografia neo borbonica che ultimamente risulta molto combattiva sul Web viene criticata dall'autrice perché non ritenuta autorevole in quanto non accademica e questo, a mio avviso, deve ritenersi sbagliato. Detto ciò, le critiche che detto libro ha ricevuto le reputo eccessive.

  • Il libro piccino, che porta un titolo INGANNEVOLE (forse per "accalappiare" abusivamente qualche ignaro compratore in più), vorrebbe rivitalizzare la vecchia storiografia sabauda e filorisorgimentista, assai in calo di credibilità. Tuttavia il libricino presenta diverse incongruenze storiche: anzitutto l'autrice mostra (o finge?) di non distinguere che la guerra contadina e di resistenza (Gramsci, Levi) denominato "brigantaggio" postunitario era ben altra cosa rispetto al comune brigantaggio di grassazione, diffuso in tutta l'Italia pre e post-unitaria (cfr. il fondamentale studio di Raffaele Nigro). La scrittrice pretenderebbe per sé, e per una presunta cerchia di "eletti" autorizzati, l'esclusivo diritto a fare ricerca storica! Per l’autrice (e qui siamo al ridicolo!), chi ha osato mettere in discussione la sacra vulgata risorgimentale va annoverato tra i profani della storia! Sarebbe opportuno, allora, ricordarle che gli studiosi che hanno promosso una revisione della vicenda (edulcorata) del processo unitario, in relazione al Mezzogiorno d’Italia, sono «professori di storia» e non dilettanti allo sbaraglio o adepti di qualche congrega neo-borbonica. E per farlo basterà qui ricordare i nomi di Paolo Macry, Roberto Martucci, Paolo Malanima, Salvatore Lupo e tanti altri. La scrittrice vorrebbe quindi "riportarci" alla "verità-ufficiale-stabilita", zittire chi crede in quella ricerca storica rigorosa, così lontana dai "condizionamente" politici, che così prepotentemente condizionano carriere universitarie e media nazionali. Insomma un libello poco rigoroso con intenti palesi.

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