Il buio fuori

Un viaggio attraverso terre senza tempo, hanno un nome che le localizza nel Wyoming ma potrebbero essere ovunque, terre impervie, desolate, dominate dalla natura ed abitate da uomini e donne che sembrano privi di anima, di sentimenti, vuoti dentro, aridi e polverosi come la terra che li circonda, quasi disumani nella loro abulia. Abbandonate ogni speranza voi che leggete: il viaggio nell'inferno di McCarthy è una discesa senza freni nel baratro più profondo, senza possibilità di risalita; non c'è purgatorio né paradiso, ma ci sono le tre fiere, tre belve feroci, tre uomini che seminano morte ovunque passino, senza pietà, perché non c'è pietà in questo mondo e non c'è un Dio interessato alla sorte degli uomini.

A tratti disturbante. A tratti crudo. Ma vale la pena leggerlo. Ti porta in una realtà lontana da quella attuale, almeno da quella della gente comune di questa epoca. Trasporre in immagini quello che è scritto è un bel esercizio non scontato.

"Quando arrivarono, i tre uomini parvero scaturire dalla terra stessa. Il calderaio non riuscì a darsi ragione della loro presenza. Si strinsero intorno al fuoco e abbassarono lo sguardo su di lui. Uno aveva un fucile e sorrideva. Salve, disse il calderaio." Da oggi esiste un pre e un post-McCarthy nel mio diario di lettrice. Mentre leggevo Il buio fuori pensavo costantemente alle parole di Briasco (americanista, traduttore, critico, editor, spazzacamino ecc.) sui Grandi Romanzieri: sono i grandi cucitori. Chi se ne frega delle frasi da citare, sono le giunture del testo che ti fanno grande. E qui allora apriti cielo, ma apriti per davvero, perché McCarthy non lo batte nessuno. In un clima inequivocabilmente western si susseguono serrate atmosfere tenebrose e pregne di simbolismo, una pletora di personaggi arcigni, dialoghi stringenti e trascinanti, istinti primordiali e fuori da ogni tempo, per una narrazione che - come cita la copertina stessa - ricorda spaventosamente e seducentemente una fiaba apocalittica. Così io, colta in un'aria di venerazione malcelata, mi rimbocco le maniche, perché qui c'è tutto da recuperare.