Libro molto avvincente. L'autore ha sviluppato bene l'aspetto psicologico di Linus, il protagonista. Le pagine trasudano ansia e i lettori provano le stesse emozioni di Linus (sembra quasi di essere rinchiusi con lui nel bunker). Sperando che il finale cambi "divoro" questo libro ogni volta che lo leggo. Lo sconsiglio a chi è debole di cuore.
Bunker diary
Non so da dove cominciare, è da non credere. Forse scrivendolo riuscirò a trovarci un senso.
Pensavo fosse cieco. È così che mi ha preso. È pazzesco, come ci sono cascato. Quando stamattina mi sono svegliato era ancora buio. Appena ho aperto gli occhi ho capito subito dov'ero. Mi trovo in uno spazio rettangolare, col soffitto basso, tutto di cemento imbiancato. Lungo il corridoio principale ci sono sei stanzette. Non ci sono finestre. Non ci sono porte. L'unica via di entrata o di uscita è l'ascensore. Cosa vuole farmi? Cosa posso fare io? Se ho calcolato bene, l'ascensore dovrebbe scendere fra cinque minuti. E infatti. Solo che stavolta non è vuoto...
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Autore:
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Traduttore:
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Collana:
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Anno edizione:2023
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giulia Pasini 28 luglio 2024
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Elerwen97 15 aprile 2022NON uno young adult!
Questo è un romanzo che si legge tutto d'un fiato. È una storia crudele, dura, che ti rapisce e trascina in un vero incubo. Linus, il protagonista, racconta in prima persona ciò che gli accade e restituisce al lettore tutta la sua paura, angoscia e dolore. Man a mano che si procede nella lettura, la storia si fa sempre più cupa e sconvolgente, e il senso di oppressione e disagio aumenta pagina dopo pagina. Digerire il racconto di Linus e metabolizzare soprattutto il finale è stato molto difficile. È un libro davvero particolare e alternativo, pesante per i temi trattati e che consiglio di leggere, consapevoli che ne uscirete devastati. Assolutamente non adatto a bambini e ragazzi!
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KATYA VETTORELLO 24 luglio 2018
Dunque, questo libro, Bunker diary di Kevin Brooks, vincitore della Carngie Medal, è stato inserito nella categoria young adult. Per fortuna quando lo comprai mi dimenticai di questo particolare perché, prevenuta o meno io sia, avrei certamente sorvolato sull'acquisto. Ma caspita... caspita! Questo non è uno young adult. È un libro che dall'inizio alla fine ti tiene attaccato alle pagine con delle catenelle sottili sottili fatte di angoscia e terrore, così fini che ti si attorcigliano attorno alla mente, stringendo piano piano pagina dopo pagina, inesorabilmente. E delle scene che no, no no no, non è assolutamente possibile, non-è-possibile che vada così. Il protagonista, la voce narrante di questo romanzo, è un ragazzo di poco più di sedici anni che si sveglia, indovinate un po', in un bunker. Un edificio antiatomico super sigillato che nemmeno nell'area 51. E già così ti viene un'ansia che cerchi Valium e VOV da accompagnare alla lettura. Poi, poi, arriva altra gente lì sotto nell'area. Non vi dico chi e come e quando. Ma a un certo punto sono circa in sei. Quasi nessuno fatto e finito, tutti con qualche piccolo problemino esistenziale che, per così dire, non renderà il soggiorno gradevole nemmeno al wc. Iniziano i problemi, quelli primari, quelli secondari, quelli psicologici, fisici sociali. Umani. Molti, molti problemi. Da risolvere in poco più di duecento metri quadri (blindati, dicevamo). E ovviamente non vi dico nemmeno come finisce ma posso consigliarvi, a seconda della vostra indole, ti tenervi accanto o una mazza e un cuscino, oppure una scatola di fazzoletti. Oppure il Valium & VOV di prima. Vedete voi. Bunker diary è un libro che fa male. Che ti denuda, ti fa arrabbiare, restare allibito e incredulo. Io penso che sia tutto, tranne uno young adult.
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