Calcoli e fandonie. Con una nota di Gianfranco Contini
In 16 (cm 13 x 20,5), pp. 142 + (8). Legatura editoriale in piena tela con sovraccoperta (qualche mancanza ai margini superiori dei piatti della sovraccoperta). Dedica autografa manoscritta alla prima carta bianca firmata "Leonardo". Seconda edizione (edizione originale Tallone, 1968, seppure pubblicata con titolo differente ovvero "Archimede, i tuoi lumi, i tuoi lemmi!"). Dai risvolti di copertina: "Poeta e ingegnere: e' la gabbia dorata in cui la critica, anche la piu' esultante, ha rinchiuso Leonardo Sinisgalli. Come a dire: una mente matematica con lampi, anche durevoli, d'arte... Questi Calcoli e fandonie, prose che il lettore puo' assaporare fin nella loro luce piu' preziosa, tanto effabili e chiare sono nella struttura esterna, nella loro offerta senza torsioni sintattiche e retrofondi segreti che poi rischierebbero di essere un coperchio per un vuoto, queste prose, di cui egli ha coltivato l'ideale fin dai tempi dei famosi 'Quaderno di geometria', 'Horror vacui', 'Furor mathematicas', 'L'indovino', sono il pendant e la prosecuzione di un discorso poetico che dura da decenni. Affondato nel cuore della civilta' d'oggi, Sinisgalli la fruga con penetrante insistenza: 'Dopo la sregolatezza deve vincere il rigore, dopo lo scempio arriva in tempo la geometria': potrebbe, con l'opportuna cesura, essere un distico, se non fosse anche una professione di fede vichiana, non ingegneresca ma filosofica, tratta piu' che da un'osservazione da un'intuizione della realta' (quella storica compresa).
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In 16 (cm 13 x 20,5), pp. 142 + (8). Legatura editoriale in piena tela con sovraccoperta (qualche mancanza ai margini superiori dei piatti della sovraccoperta). Dedica autografa manoscritta alla prima carta bianca firmata "Leonardo". Seconda edizione (edizione originale Tallone, 1968, seppure pubblicata con titolo differente ovvero "Archimede, i tuoi lumi, i tuoi lemmi!"). Dai risvolti di copertina: "Poeta e ingegnere: e' la gabbia dorata in cui la critica, anche la piu' esultante, ha rinchiuso Leonardo Sinisgalli. Come a dire: una mente matematica con lampi, anche durevoli, d'arte... QuestiCalcoli e fandonie, prose che il lettore puo' assaporare fin nella loro luce piu' preziosa, tanto effabili e chiare sono nella struttura esterna, nella loro offerta senza torsioni sintattiche e retrofondi segreti che poi rischierebbero di essere un coperchio per un vuoto, queste prose, di cui egli ha coltivato l'ideale fin dai tempi dei famosi'Quaderno di geometria','Horror vacui','Furor mathematicas','L'indovino', sono il pendant e la prosecuzione di un discorso poetico che dura da decenni. Affondato nel cuore della civilta' d'oggi, Sinisgalli la fruga con penetrante insistenza: 'Dopo la sregolatezza deve vincere il rigore, dopo lo scempio arriva in tempo la geometria': potrebbe, con l'opportuna cesura, essere un distico, se non fosse anche una professione di fede vichiana, non ingegneresca ma filosofica, tratta piu' che da un'osservazione da un'intuizione della realta' (quella storica compresa).
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