Caligola - Albert Camus - copertina
Caligola - Albert Camus - 2
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Letteratura: Algeria
Caligola
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Descrizione


«Voi dite che è un anarchico, lui crede di essere un artista. Ma in fondo non c'è differenza.»

Considerata a pieno titolo opera integrante della trilogia dell'assurdo insieme con «Lo straniero» e «Il mito di Sisifo», «Caligola» rappresenta, attraverso le crudeltà di questo folle imperatore, dietro a cui tutti gli intellettuali dell'epoca riconobbero Hitler, la lotta tra la presa di coscienza da parte dell'individuo e l'incapacità di ribellarsi al tiranno di una classe politica e intellettuale che ha perso la propria identità culturale. Camus dedicò alla stesura di quest'opera teatrale quasi vent'anni, rielaborandola diverse volte, tanto che le tre stesure definitive presentano differenze significative l'una dall'altra. In questa, del 1941, la follia di Caligola e la tirannia feroce che ne consegue sono alimentate dal dolore per la morte di Drusilla, sua sorella e amante. L'imperatore, incapace di accettare la dolorosa realtà, decide di sfogare il proprio patimento in una violenza disumana, ma il suo delirio di onnipotenza e la sua forza distruttiva lo porteranno ad annientare anche se stesso.

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Informazioni:

TITOLO: Caligola; AUTORE: Albert Camus; EDITORE: Bompiani; COLLANA: Tascabili Bompiani 284 Teatro - ; 2003 - CONDIZIONI: bross. edit. ill. - traduzione e introduzione di Francesco Cuomo - OTTIME CONDIZIONI

Immagini:

Caligola

Dettagli

Tascabile
112 p.
9788845245954

Valutazioni e recensioni

  • Camus ha lavorato al progetto di un'opera teatrale su Caligola dal 1937 al 1958, fino ad averne, si può dire, tre versioni diverse (la prima del '38, la seconda del '41 e poi quella modificata a seguito dell'occupazione tedesca in Francia, pubblicata nel '58). Nella seconda - cioè questa - Camus enfatizza sentimenti d'amore e tenerezza all'interno di intensi dialoghi solitari recitati allo specchio. Per l'autore - come egli stesso appunta nei taccuini - Caligola è un principe originariamente mite che, alla morte della sorella amante, scopre che "il mondo così com'è non è soddisfacente". Ossessionato dunque dall'impossibile, tenta di esercitare una libertà, quella cioè di "prendere in parola" quelli che lo circondano, costringendoli alla logica, forzandola all'estremo fino all'assurdo. Inizia così a eseguire esecuzioni casuali, dal momento che "non esiste che una sola libertà, quella del condannato a morte, perché tutto gli è indifferente al di fuori del colpo che farà scorrere il suo sangue". Caligola perciò diventa autore esclusivo di una libertà assoluta, quella del distruttore. È assurdo, ammetterà, ma si è sempre liberi a spese di qualcuno. La logica fino in fondo, il potere fino in fondo, l'abbandono fino in fondo. "Gli altri creano perché non hanno potere. Io non ho bisogno di un'opera. Io vivo." L'autarchia di Caligola si fa arte - e difatti è recita e il Senato e Roma stessi sono teatro - perché trasfigura i sogni in realtà, trasforma la filosofia in cadaveri. Eccezionale Camus, che cerca di calarsi anche nella dimensione teatrale e lega, ancora una volta, l'ideale assoluto alla storia (e alla Storia), forza la logica umana, ne scopre le falle e trascina il lettore nell'insicurezza, perché soltanto l'insicurezza costringe al pensiero.

  • Opera teatrale molto potente per il messaggio, ma soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto Caligola e Scipione, quest'ultimo unico, insieme a Drusilla che potrebbero "rianimare" Caligola. Ma partiamo dall'inizio, Caligola è scomparso da qualche giorno, tutti i senatori sono preoccupati perchè senza Imperatore non si può governare il Grande Impero Romano ed allora discutono. Caligola dopo qualche giorno ritorna, ma c'è qualcosa che non va e... Mi ha sbalordito ancora Camus, così come in "La peste" e "Lo straniero", perché ha quel modo di porsi al lettore, così grave, crudo, "quasi" ammonitore e come dargli torto, ti spiattella una situazione paradossale, surreale, assurda e tu (lettore) devi uscirne come in un labirinto, ma questo labirinto è pieno di specchi!

  • Francesca Carconi

    La solitudine del potere. E' il mio primo Camus e che dire se non che, nella sua brevità, è uno dei più grandi testi che abbia mai letto. Questo Caligola è una figura tragica nell'accezione più greca del termine, tragico nella sua solitudine e alla costante ricerca dell'impossibile. Assolutamente consigliato. Sarebbe da rivedere solo l'edizione

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Foto di Albert Camus

Albert Camus

1913, Dréan

Scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo e anarchico francese, importantissimo esponente dell'esistenzialismo. Albert Camus nacque in Algeria, dove studiò e iniziò a lavorare come attore e giornalista. Affermatosi con il romanzo "Lo straniero" e con il saggio "Il mito di Sisifo", raggiunse un vasto riconoscimento di pubblico nel 1947 con "La peste". Dal 1940 a Parigi, partecipò alla resistenza. Nel dopoguerra fu caporedattore del giornale "Combat". Nel 1957 ebbe il nobel per la letteratura (con questa motivazione: "per la sua importante produzione letteraria, che con chiarezza e onestà illuminai problemi della coscienza umana nei nostri tempi"). Morì in un incidente automobilistico, a Villeblevin. Fra i titoli più celebri di Camus...

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