Camere separate è un romanzo breve ma potentissimo, capace di racchiudere un universo emotivo che si apre pagina dopo pagina con una sincerità quasi disarmante. Tondelli sceglie una struttura narrativa non lineare: seguiamo Leo nel presente della sua vita trentenne, distrutta dalla perdita di Thomas, e attraverso continui salti temporali ricostruiamo la loro storia d’amore, la malattia, il lutto, e le molte versioni di lui stesso che prova a lasciare andare. La scrittura è intimista, profonda, quasi diaristica. Tondelli entra nei pensieri di Leo senza filtri, restituendo un intreccio fatto tanto di eventi quanto di sensazioni, ricordi, fratture interiori. È un romanzo che attraversa temi complessi — il dolore della perdita, l’identità, l’importanza della scrittura, la memoria, le radici — con delicatezza e lucidità insieme. Nonostante la brevità, Camere separate lascia un segno profondo. È una lettura che chiede di essere sentita, non solo compresa. E sapere quanto breve sia stata anche la vita di Tondelli — morto a 36 anni, a causa dell’AIDS — aggiunge una sfumatura ulteriore di malinconia e consapevolezza a ogni pagina.
