Una canzone per Bobby Long

Questo è decisamente uno di quei rari casi in cui non sono riuscita ad apprezzare né libro né film, per il semplice fatto che ho trovato la storia di fondo un po' troppo incoerente.

Un libro godibile, anche se la trama risulta alquanto scontata. Due ex docenti entrambi ubriaconi, scapestrati e lascivi si ritrovano ad aiutare una diciassettenne orfana. Inizialmente la ragazza non si fida dei due, soparttutto per i continui espliciti tentativi di abbordaggio. Un po' alla volta la ragazza riuscirà ad apprezzarne l'originale modo di pensare dei due ubriaconi ed affezionarsi a loro. Leggendo il libro si è sempre alla ricerca del momento di svolta, dell'evento che cambierà il racconto, ma così non è. Un libro che sa equilibarare dolcezza e volgarità, disillusione e saggezza. Sembra mancare, però, il colpo d'ala.

Hanna è una ragazzina che ha appena perso una madre che praticamente non ha mai visto, è stata cresciuta da una nonna assente ed è priva di istruzione perché ha abbandonato la scuola. Si reca a New Orleans per cercare di recuperare qualche spicciolo dopo la morte della madre e qui incontra Bobby e Byron, gli amanti della madre. Da questo incontro ci sarà una svolta nella sua vita, vita che fino a quel momento si palesava come assolutamente priva di prospettive. Bobby e Byron sono due personaggi indimenticabili così colti ma anche così insopportabilmente dediti alla loro autodistruzione. Affascinante la descrizione di New Orleans, questo sud così caldo popolato da personaggi che sembrano usciti dai romanzi di Steinbeck, il salotto all’aperto, la piscina di Mr Turtle, vodka a profusione ma anche libri e citazioni letterarie. Soprattutto però i due protagonisti maschili sono descritti in maniera così vivida che ci sembra di conoscerli, di averli sempre conosciuti e di sapere anche che cosa diranno. Bel libro.