Libro che inizialmente ti lascia un po' interdetto per via dei personaggi (che sono alimenti) e dello stile (periodi brevi e pieni di assonanze), ma non rappresentano per nulla un ostacolo anzi proprio grazie a questi fattori si riesce ad immergersi totalmente nella narrazione ed il risultato è che a fine libro si sarà di nuovo interdetti però in senso del tutto positivo. Tematiche forti, potenti, che fanno male, ma che vanno raccontate. Consigliatissimo, fatevi un favore e leggetelo.
La carne
La carne è la perturbante opera prima di Emma Glass: una fiaba-incubo lirica e bizzarra, una storia di iniziazione tragica all’umano destino, il racconto di come il male a un certo punto, brutalmente, penetra la vita che, da lì in avanti, non può occuparsi d’altro che di fare i conti con il male – perché la vita questo è: una storia di sopravvivenza, non sempre a lieto fine.
C’era una volta un uomo fatto di salsicce. E c’era una volta una ragazza vegetariana. L’uomo fatto di salsicce aggredisce la ragazza vegetariana. La ragazza vegetariana torna a casa col sangue che cola lungo le cosce, sutura la ferita con ago e filo e prova a fare come se niente fosse. Ma fare come se niente fosse è difficile, perché l’uomo fatto di salsicce non smette di perseguitarla: spiandola dal bosco vicino a scuola, affacciandosi a una finestra, spuntando da un lampione. La ragazza vegetariana non riesce a dormire, con il ricordo di quella gigantesca bocca spalancata, non riesce a concentrarsi, con quell’odore di grasso bruciato nelle narici, non riesce a mangiare, con lo stomaco gonfi o e teso come un tamburo. Sente qualcosa di mostruoso crescerle dentro. Per riavere indietro la sua vita – andare a scuola, a nuotare, incontrare il fidanzato – la ragazza vegetariana assale l’uomo fatto di salsicce e lo cucina a un barbecue di famiglia. Poi si butta in piscina, ma il suo corpo si spolpa e diventa un osso. E poi la ragazza vegetariana e l’uomo fatto di salsicce non c’erano più. La carne è la perturbante opera prima di Emma Glass: una fiaba-incubo lirica e bizzarra, una storia di iniziazione tragica all’umano destino, il racconto di come il male a un certo punto, brutalmente, penetra la vita che, da lì in avanti, non può occuparsi d’altro che di fare i conti con il male – perché la vita questo è: una storia di sopravvivenza, non sempre a lieto fine. Emma Glass la articola con una prosa ritmica, percussiva, viscerale; un linguaggio che ha nello sperimentalismo di James Joyce il più diretto ascendente. L’indicibile, difatti, necessita di magia per essere proferito, comunicato, elaborato. L’innominabile deve essere sublimato. E la magia dell’arte è l’unico strumento che abbiamo.
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Collana:
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Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Claudia_6 22 ottobre 2021Bellissimo
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Veronica Lombardo 21 luglio 2021
Si tratta di una favola oscura, dove i protagonisti sono cibi in una storia ambientata ai giorni nostri. La protagonista è una pesca vegetariana, che viene prima violentata e poi perseguitata da un molestatore, impersonificato da una salsiccia. Lo stile di scrittura è molto particolare, per certi aspetti mi ha ricordato Saramago.
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