La casa di via Garibaldi. Come ho catturato Adolf Eichmann
In una casa di Via Garibaldi, alla periferia di Buenos Aires, verso la fine degli anni Cinquanta abitava con la sua famiglia un grigio e stempiato signore di nome Ricardo Klement. Conduceva una vita metodica e ineccepibile: ogni sera rientrava dal lavoro col 203 delle 7.40, percorrendo a passo lento i cento metri che separavano la fermata dell'autobus dalla sua casa. Non c'era nulla nella sua condotta che potesse dare nell'occhio. Ma un cieco che aveva avuto a che fare col signor Klement giurava di aver riconosciuto in lui un certo personaggio, al quale i servizi segreti israeliani davano la caccia da anni. "Ricardo Klement" era in realtà Adolf Eichmann, l'ex colonnello SS, il principale esecutore materiale della "soluzione finale del problema ebraico", responsabile dello sterminio di milioni di ebrei. Ha inizio allora, nel 1960, una drammatica partita a tre tra i segugi, la preda e le autorità argentine alla cui giurisdizione il nazista andava sottratto. Bisognava catturare Eichmann e portarlo vivo al di là dell'Atlantico, dinanzi al tribunale del popolo ebraico.
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Anno edizione:2013
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