Recensioni Il cecchino e la bambina. Emozioni e ricordi di un inviato di guerra
Così, ancora attonito, Franco Di Mare rievoca un servizio fatto a Sarajevo nell'ormai lontano 1992. È solo il primo dei suoi tanti ricordi di inviato nelle zone calde del pianeta, dall'Iraq al Kosovo, dal Libano al Ruanda, dall'Algeria all'Afghanistan, passando per la Somalia e il Mozambico. Sono storie commoventi come quella del mangiafuoco di Kabul che allieta i bambini dell'orfanotrofio, scenari terrificanti — per esempio, una valle dell'Eritrea disseminata di cadaveri —, episodi sconvolgenti — una donna croata scopre che il marito la tradisce nel peggiore dei modi, passando dalla parte dei carnefici —, o flash surreali quanto può esserlo solo quello su una miss, incoronata regina di bellezza in una Sarajevo ridotta in macerie. Sorgono spontanei inquietanti interrogativi: che cosa spinge l'uomo a comportamenti disumani? C'è un senso, qualsiasi senso, nelle carneficine che negli ultimi vent'anni hanno coinvolto tanti innocenti? E può sopravvivere la vita dentro la guerra? Alle prime due domande, forse è impossibile dare una risposta. Mentre è proprio "la vita dentro la guerra" a emergere in questo libro intenso e coinvolgente, testimonianza preziosa che unisce vicende di atroce violenza a momenti di altissima umanità. )
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