Che farò senza Euridice!
Un banale incidente di "percorso", lo stop accidentale dell'ascensore e l'attesa che qualcuno si accorga del blocco. Nello stato di angoscia e di sospensione in cui il protagonista si trova in questa fase della sua vita, dalla banale ed ovvia quotidianità con i tic, le idiosincrasie, le deformazioni della società intorno agli anni Ottanta, quella della crisi del boom consumistico, l'inattesa e improvvisa nuova condizione opera uno stato di alienazione che scinde realtà e sogno e nel flusso della memoria provoca un vero e proprio stato allucinatorio. Dal graduale deragliamento dei sensi scorre un processo analitico dell'esistenza del protagonista che dalla condizione del vivere rievoca tutta la sua vita, intrecciandola con la sua matura formazione culturale, vera e propria educazione sentimentale ed umana. Si riaccende la natura vergine e incontaminata con le sue magie e gli incanti dell'infanzia, anch'essa non profanata, così la città di quegli anni si stempera nella campagna policroma e innocente in ricorrenti oscillazioni di magiche rifrazioni e citazioni esistenziali e letterarie.
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Anno edizione:2018
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