Checchina Vetromile
"Checchina Vetromile", del 1884, è un romanzo totalmente napoletano (una Napoli indagata con occhi giovani e innamorati, ma con ben poche concessioni al facile colore locale): napoletana l'ambientazione, napoletani i tipi, napoletana, anche, la "cadenza" dell'italiano basso, spicciolo, con appena qualche pennellata saporosamente dialettale adottata dall'autore; napoletano, persino, il nome della protagonista, lo stesso che compare nel titolo di una celebre, bellissima novella di Matilde Serao, La virtù di Checchina. In "Checchina Vetromile", però, c'è anche parecchio altro. C'è, per esempio, il gusto agro di Giuseppe Mezzanotte, verrebbe da dire precocemente espressionista (anche se non ancora del tutto padroneggiato), capace di illuminare i personaggi con lampi di inquietante luce livida e che allontana dal libro ogni possibile sospetto di quello sterile, manierato, fastidioso bozzettismo provinciale di tanti scrittori dalla fiacca personalità e dalla dubbia capacità poetica. Il Mezzanotte non raggiungerà più tale misura di asciutto realismo, né si addentrerà con altrettanto ardimento nella rappresentazione dei lati più torbidi e segreti della psiche. Introduzione di Riccardo Reim.
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Anno edizione:2011
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