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Chi ha paura delle regole? Il reale dell'educazione - Jole Orsenigo - copertina
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Descrizione


Comportarsi bene, in genere, vuol dire rifarsi a valori riconosciuti come buoni, belli e giusti all'interno di un gruppo. Appartenere a quel gruppo significa esibirli; possiamo civettare e ammiccando riconoscere del prestigio a chi dopo aver aderito a quei valori se ne discosta, interpretandoli in modo personale, controcorrente o addirittura trasgressivo. Potremmo domandarci se per educare ed essere educati basti rispettare un/il galateo o farlo proprio, perché non ne siamo troppo convinti. La parola galateo per il senso comune suona come qualcosa di artificiale, stereotipato, svuotato di senso o semplicemente ripetitivo, frivolo, privo di adesione vitale. Ogni galateo invece è molto più che una questione di etichetta. Stare alle regole non significa semplicemente rispettarle, onorarle, seguirle oppure interpretarle, inventarle, costruirle, ma apparire in esse. Il regime di regolarità che ogni galateo istituisce è una forma di vita e un'esperienza paradigmatica. Come accade che qualcosa come "un" galateo abbia luogo? E soprattutto come indicare quella che potremmo definire la regolarità di un galateo, cioè il sistema di regole che spiega ogni diverso galateo in atto? Il galateo, così inteso, è oggetto di quel discorso che può diventare la pedagogia se assume fino in fondo il paradigma clinico come metodo di ricerca e di intervento. Questo implica una serie di sganciamenti, anche radicali, dal passato. Senza credere che le regole siano tutto, nel testo ci si interroga da un punto di vista pedagogico intorno alla matrice "vuota" dei loro effetti.
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Dettagli

2018
29 gennaio 2018
160 p., Brossura
9788891762405
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Indice

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Prologo
(Un sapere minore?; La storia; Filosofia e pedagogia; Scienze umane e pedagogia; L'oggetto pedagogico; Dispositivi; A che gioco giochiamo?; Professionisti dei campi esperienziali; Neo-strutturalismo critico; Lo spessore materiale delle regole pedagogiche)
Regole
(La parola e i suoi usi; Regolarità o normalità; Due più due; Forma; Regole e dispositivi; Regole o ricette?; Le regole del gioco)
Fonti
(Foucault, i tre dispositivi; Che cosa significa essere moderni in educazione?; Il pedagogico; Dal teatro al gioco; Wittgenstein, esistono le regole del mondo?; Ogni mondo ha regole proprie)
Due casi esemplari
(Pregiudizi; Che educare sia disciplinare; È finito quel tempo?; La disciplina è necessaria; Il ruolo del potere e dell'amore; Come si tiene davvero la disciplina; Nuovi miti; L'accusa; La difesa; Diffidenze; Spontaneismo e anarchismo; Pedagogia del desiderio; Che cos'è desiderio?; Contro-moralismo libertario; Dell'amore in educazione; Esiste davvero una pedagogia senza regole?; Di chi sono le regole?; Dispositivo ideologico e strutturale)
Il contributo della psicoanalisi
(Disagio della civiltà; Pedagogia e psicoanalisi; Dovere versus desiderio; Freud anti-pedagogo; Il codice pedagogico; Umanizzazione, antropogenesi, soggettivazione; Epoche del disagio)
Conseguenze
(Fine del Simbolico?; Finitudine e morte dell'uomo; Civiltà e cultura; "Sprigionare simboli"; Pedagogia sociale; Adesione del cuore; Non c'è vera libertà senza sottomissione e disciplina; È davvero così?; La regola delle regole; L'opzione strutturalista; La proibizione dell'incesto; Donare; Oltre il legame simbolico?; Forma di vita; Il monaco; L'impossibile è la nostra realtà; Come accade l'educazione oggi?; Una pedagogia lacaniana?; Abuso di potere; Educare, ancora; A priori storici e dispositivi; C'è regola e regola; Oltre la fine)
Bibliografia.

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